La Procura della Repubblica di Roma ha «diverse» inchieste sulla compravendita di senatori per fatti avvenuti a dicembre 2010, quando fu votata la fiducia al governo di Silvio Berlusconi. Lo rivelano fonti investigative, assicurando che l’unico fascicolo d’indagine sulla presunta “operazione Libertà” per ribaltare l’allora governo Prodi, è stato archiviato.
Le inchieste della Procura di Roma, guidata da Giuseppe Pignatone, partono dal caso di Domenico Scilipoti, il parlamentare ex di Italia dei Valori, che a dicembre 2010 “tradì” il proprio partito per votare la fiducia al governo Berlusconi. All’ufficio requirente di piazzale Clodio, comunque, tengono a precisare che gli accertamenti investigativi partono «anche e non solo» da denunce presentate dal leader di Idv Antonio Di Pietro. Ci sarebbero altri fascicoli che avrebbero preso corpo sulla base di attente indagini e che avrebbero svelato il ruolo di alcuni senatori passati tra le fila del centrodestra, per assicurare continuità al governo Berlusconi.
L’attenzione sul presunto “mercimonio” di senatori da parte dei magistrati capitolini è andata crescendo dopo l’avvio di un’inchiesta sullo stesso argomento da parte dei pm di Napoli Curcio, Piscitelli e Woodcock. I magistrati partenopei, che hanno già iscritto nel registro degli indagati Silvio Berlusconi, con l’accusa di corruzione, oggi avrebbero ricevuto una lettera dei legali dell’ex premier che secondo indiscrezioni conferma la sua disponibilità a farsi interrogare. Non nelle date indicate dagli inquirenti (il 5, il 7 e il 9 marzo, giorni in cui Berlusconi sarebbe impossibilitato a presentarsi davanti ai magistrati) ma in ogni caso dopo il 15.
Il reato di corruzione su cui indaga la Procura di Napoli sarebbe suffragato da attente dichiarazioni del deputato dipietrista Sergio De Gregorio. Il politico ha cominciato una preziosa collaborazione con la magistratura da dicembre scorso, svelando che in più occasioni avrebbe determinato la sconfitta in Aula del governo di centrosinistra, allora guidato da Prodi. «L’accordo si consumò nel 2006 – ha detto De Gregorio – il mio incontro a palazzo Grazioli con Berlusconi servì a sancire che la mia previsione di cassa…era di 3 milioni e che immediatamente partirono le erogazioni». Inoltre, ha aggiunto De Gregorio, «ho ricevuto 2 milioni in contanti da Lavitola a tranche da 200-300mila euro».
Il Sole 24 Ore – 5 marzo 2013