IL TRAGUARDO La revisione delle regole sulle qualifiche dovrà essere recepita dai Paesi comunitari entro il 18 gennaio 2016
C’è tempo fino al 18 gennaio 2016 per recepire la nuova direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali. Il 28 dicembre è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea (L354) la direttiva 2013/55/UE che modifica la 2005/36 sul riconoscimento delle qualifiche professionali e il regolamento n. 1024/2012 sulla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno che concede agli Stati circa due anni di tempo per mettersi in regola. Si tratta di un testo che, nella visione delle istituzioni Ue, dovrebbe servire non solo ad abbattere gli ostacoli che ancora esistono al riconoscimento dei titoli per l’esercizio di una professione, ma anche a favorire l’occupazione dei giovani. Che passa attraverso l’obbligo di riconoscimento dei tirocini. Per la prima volta le regole sul riconoscimento delle qualifiche invadono anche il campo dei tirocini. Le autorità nazionali competenti del Paese di origine saranno tenute a riconoscere i tirocini qualificanti svolti per l’accesso a una professione in uno Stato membro diverso da quello in cui è stato conseguito il titolo di studio, anche nei casi in cui il tirocinio sia svolto in uno Stato terzo. Una scelta che dovrebbe condurre a ripensare, in molti Stati, alle regole sui tirocini per allinearle a quelle, talvolta meno stringenti, di altri Paesi Ue. D’altra parte, che la direttiva si muova nel senso di favorire la circolazione e di evitare ostacoli talvolta pretestuosi è chiarito anche dall’articolo 1 che chiede agli Stati, nell’applicazione delle prove attitudinali, laddove necessarie, «di tenere conto del fatto che il richiedente è un professionista qualificato nello Stato membro di origine o di provenienza». Dall’ambito di applicazione della direttiva sono esclusi i notai nominati con atto ufficiale della pubblica amministrazione. Tra le altre novità, la semplificazione nei casi di accesso parziale a una professione regolamentata e l’introduzione di una tessera professionale europea. Un valore aggiunto utile per favorire la mobilità temporanea e agevolare un processo semplificato di riconoscimento. Il meccanismo di rilascio sarà articolato secondo due diverse procedure: nel caso in cui la tessera sia emessa per l’esercizio del diritto di stabilimento, le autorità nazionali dovranno procedere con l’adozione di una decisione sul riconoscimento, senza sostituire i requisiti di registrazione legati all’accesso alla professione. Per la prestazione temporanea, invece, sarà sufficiente allegare i documenti con una breve verifica dei requisiti. L’intero iter sarà regolato sul sistema di informazione del mercato interno, per evitare la duplicazione di procedure amministrative e di creare «una maggiore trasparenza e sicurezza per i professionisti». La definizione del livello di spese per la procedura è lasciata alla discrezionalità degli Stati, con la supervisione di Bruxelles.
Ampio spazio alla formazione continua e a uno scambio delle migliori prassi tra gli Stati membri e l’occhio vigile della Commissione sull’apprendimento permanente.
Il Sole 24 Ore – 31 dicembre 2013