Sono i professionisti più esposti alla cause, quelli che avrebbero un disperato bisogno di una copertura assicurativa per mettersi al riparo da risarcimenti milionari. Eppure i medici sono proprio i professionisti per i quali è scattato il rinvio dell’obbligatorietà. Le ragioni sono semplici: non è stata fatta chiarezza riguardo ai requisiti minimi delle polizze, in particolare per quanto riguarda la responsabilità pregressa. Sarebbero davvero tutelati medico e paziente se il primo non fosse assicurato per prestazioni fornite qualche anno prima, quando ancora non aveva stipulato una polizza? E poi c’è il tema dell’obbligatorietà a senso unico, con il paradosso che nel mercato attuale le compagnie possono rifiutarsi di assicurare professionisti con richieste di risarcimento in corso, indipendentemente dall’esito dell’azione legale.
Da ciò il paradosso: i medici sarebbero obbligati ad assicurarsi ma le assicurazioni no e quindi (come gia’ accade) dopo uno, al massimo due sinistri, arriverebbe la disdetta che, di fatto, impedirebbe al medico di esercitare.
«La categoria medica è molto eterogenea e ogni specializzazione ha i suoi rischi specifici — ricorda Alberto Oliveti, presidente della Fondazione Enpam —. Per questa ragione è difficile che le compagnie assicurative offrano una polizza uguale per tutti. L’Enpam in quest’anno di tempo farà un’analisi dei dati relativi alle singole branche in modo da facilitare la predisposizione di polizze quadro. Inoltre cercheremo un confronto con le assicurazioni, a partire da quelle che già gestiscono una parte degli investimenti finanziari dell’ente di previdenza dei medici». Allo stato attuale, dunque, l’obbligatorietà per i medici è rinviata al 13 agosto del 2014, con la speranza che un anno basti a sciogliere i nodi e tutelare categorie (come ginecologi, ortopedici e chirurghi) esposte a cause milionarie e bersaglio privilegiato di un business chiamato causa sanitaria.
Scatta la polizza dei professionisti Ma non per medici e avvocati
Da domani assicurazione obbligatoria. A settembre i primi controlliTempo scaduto. Per i professionisti oggi è il termine ultimo per adeguarsi alla norma che obbliga alla copertura assicurativa. Da domani chi non sarà garantito da una polizza non potrà esercitare la libera professione. La norma in realtà era stata introdotta dalla riforma delle professioni del 2012 ma, dietro esplicita richiesta delle categorie, l’assicurazione obbligatoria è stata posticipata di un anno ed entra in vigore proprio domani. Il punto è che la polizza obbligatoria è un costo (spesso non indifferente) e arriva in un momento di crisi durissima per quasi tutte le categorie che, non a caso, hanno stentato molto ad adeguarsi alla nuova norma. Gli unici ad aver ottenuto una proroga (per motivi diversi) sono i medici e gli avvocati. Quasi tutti si sono scatenati alla caccia di convenzioni adeguate ai diversi profili professionali: dai giovani che possono permettersi solo polizze a basso costo ai grandi studi professionali a cui servono massimali importanti.
«L’obbligo di polizza va nella direzione della tutela dei cittadini e dei professionisti – spiega Marina Calderone, presidente del Coordinamento unitario delle professioni -. L’intervento dei Consigli Nazionali è utile per creare le migliori condizioni di mercato da poter offrire agli iscritti. Le convenzioni sottoscritte servono da un lato a individuare tutte le attività tipiche della professione e dall’altro a fornire ai professionisti una proposta assicurativa quanto più adatta alle proprie esigenze. Con le convenzioni nazionali speriamo di sopperire a una delle maggiori criticità della norma che è la mancanza di obbligo per le compagnie di assicurare il professionista. Introdurre criteri similari a quelli previsti per la RC auto, come il bonus-malus , crea un differenziale tra i professionisti ma obbliga le compagnie ad assicurarli».
Il mondo delle professioni si è adeguato con tempistiche e modalità diverse: i pionieri sono i notai che già dal 2006 si sono dotati di una polizza che copre tutta la categoria e assicurarsi è diventato obbligatorio. Altra categoria molto sensibile al tema assicurativo è quella dei commercialisti che già da tempo hanno siglato una convenzione per la copertura da eventuali danni derivanti dall’esercizio della professione. Rapidi sono stati anche i consulenti del lavoro che hanno siglato una convenzione con una compagnia che applica il meccanismo del bonus malus in caso di sinistri (in modo da evitare le disdette delle compagnie assicuratrici). In generale tutte le professioni dell’area giuridico-economica (a parte gli avvocati) si sono adeguate abbastanza rapidamente a una norma che nasce con l’obiettivo dichiarato di tutelare gli utenti dai danni derivanti da errori colposi o negligenze dei professionisti.
Qualche esitazione in più si è registrata presso le professioni tecniche. A parte qualche eccezione (per esempio gli agronomi) i professionisti dell’area tecnica si sono presi il massimo del tempo sondando diversi broker per individuare la convenzione più adatta ai loro assistiti. «Noi abbiamo ascoltato molte proposte e costruito diverse opzioni per i nostri iscritti – spiega Armando Zambrano, presidente degli ingegneri – ma abbiamo scelto di non siglare nessuna convenzione unica. La nostra è una categoria variegata, comprende professionisti con attività, rischi e profili diversi. La priorità è tutelare i colleghi in maggiore difficoltà: per esempio per i giovani è prevista una polizza da 135 euro al mese per cercare di non incidere su fatturati già ampiamente provati dalla crisi».
Da oggi comunque chi non si assicura commette un illecito disciplinare che dovrà essere sanzionato dai Consigli nazionali che però hanno fatto sapere che non avvieranno controlli prima di settembre. Il tempo di adeguarsi.
Isidoro Trovato – Corriere della Sera – 16 agosto 2013