E’ un buco della normativa: e ha consentito che per tanti anni il marketing selvaggio delle aziende su aspetti di salute e nutrizione continuasse. Certo, con la lista delle menzioni in tal senso rigidamente autorizzate a livello UE un primo passo era stato fatto, limitando così la “fantasia al potere” e l’inganno dei consumatori. Ma ancora troppo poco: se è vero che alimenti ricchi di grassi, zuccheri e sale possono ancora “presentarsi” come la scelta salutare, con claim di varia natura.
Proprio per questo la Commissione, all’articolo 4 del regolamento 1924/2006, aveva pensato bene di introdurre i profili nutrizionali, ovvero i criteri per decidere l’esclusione di informazioni positive sulla salute (claim).
Ma in tutti questi anni nulla. Nel maggio 2010, Esther De Lange aveva presentato una interrogazione scritta dai banchi del Parlamento Europeo, per dare la sveglia alla Commissione. Ma ancora nulla.
Il tema è certamente controverso e divisivo: se è certamente giusto che non tutti gli alimenti possano vantare proprietà nutrizionali o di salute (pensiamo a snack e junk food, che pure lo fanno, oggi…), è sufficiente che il solo contenuto di nutrienti “cattivi” (sale, sodio e zuccheri) possa diventare il filtro tramite cui dare il rating? O è forse necessario adottare un approccio più ampio, considerando più in generale il valore nutrizionale complessivo dell’alimento?
Il prossimo giovedì 20 giugno i Ministri della Salute europei, voteranno una bozza, già definita, in cui chiederanno alla Commissione un passo avanti nella adozione dei profili nutrizionali: che erano in realtà attesi entro il gennaio del 2009.
Alcuni stati in passato si sono opposti a formule standard: la Germania aveva avversato le soglie sul sale nel pane tedesco. Ma perché è così difficile stabilirli? Può essere utile rileggersi l’articolo 4.1 del regolamento 1924 che li prevedeva, che recita: I profili nutrizionali definiti per gli alimenti e/o loro categorie e le condizioni per l’uso delle indicazioni nutrizionali e sulla salute per gli alimenti e/o loro categorie in considerazione dei loro profili nutrizionali sono elaborati tenendo conto, in particolare:
a) delle quantità di determinate sostanze nutritive e di altro tipo contenute nel prodotto alimentare, quali grassi, acidi grassi saturi, acidi grassi trans, zuccheri e sale/sodio;
b) del ruolo e dell’importanza dell’alimento (o delle categorie di alimenti) nella dieta della popolazione in genere o, se del caso, di certi gruppi a rischio, compresi i bambini;
c) della composizione nutrizionale globale dell’alimento e della presenza di sostanze nutritive il cui effetto sulla salute sia stato scientificamente riconosciuto.
A nutrienti negativi da limitare (punto sub a)) andrebbero aggiunti nella considerazione complessiva, aspetti positivi (sub c)). E’ questo il compromesso difficile.
Inoltre, sempre in base al reg. 1924, Efsa dovrebbe essere consultata per stabilire il da farsi.
In base a indiscrezioni è difficile comunque che la Commissione – che sarà sciolta nelle prossime settimane- riesca a definire un lavoro così complesso in così poco tempo. La richiesta dei profili nutrizionali è in ogni caso solo uno dei 54 punti sui quali sono convenuti i Ministri degli esteri europei.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 18 giugno 2014