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Pronti decreti liberalizzazione ma scatteranno solo a settembre

Da 1,78 a 1,986 euro per litro a Roma. Prezzi della benzina consultabili sul sito prezzibenzina.it. Nessun valore statistico, per carità. Il sito riporta le cifre che gli stessi consumatori o distributori segnalano.

«Qui a Gallipoli — riferisce il presidente di Nomi-sma Energia, Davide Tabarelli — c’è un distributore che chiede 2,002 euro al litro e, accanto, un altro dove si spendono 35 centesimi in meno nel fine settimana». Sono esempi che danno l’idea dell’impatto sulle nostre tasche della liberalizzazione che nel ’91 ha abolito i prezzi amministrati. La benzina, ma anche il gasolio, vengono venduti a prezzi estremamente diversificati non solo all’interno della stessa città ma anche, moltissimo, lungo la rete autostradale e tra Nord e Sud. La Sicilia è un caso a sé, sul quale è intervenuto persino l’Antitrust.

Il fattoèche la liberalizzazione è ancora incompiuta se non, addirittura, realizzata a metà. La rete di distribuzione è sovradimensionata rispetto al quantitativo di carburante venduto. Nessun governo, nemmeno l’esecutivo Monti, è riuscito a liberalizzare gli orari dei distributori e a fare decollare la vendita dei prodotti non-oil (è prevista una superficie minima di 500 metri quadri). E la legge sulle liberalizzazioni, che ha indubbiamente cercato di fare dei passi avanti, è alla prova dei decreti di attuazione. Il ministero dello Sviluppo sta accelerando al massimo ma i decreti non saranno pronti prima di settemIn arrivo il nuovo monitoraggio i contratti e l’indennizzo ai gestori

bre. Dovrebbero arrivarne tre: sul nuovo metodo di rilevazione dei prezzi nazionali di riferimento che saranno più attinenti alla realtà; sul fondo per l’indennizzo dei gestori espulsi dal mercato che sarà rinnovato e ingloberà anche l’onere per la bonifica degli impianti da chiudere; il terzo decreto riguarderà i contratti che legano gestori e compagnie. Faib, Figisc, Fegica e le altre sigle hanno tempo fino a fine mese per presentare le loro proposte. Se non lo faranno, il ministero ha tre mesi per decidere il nuovo modello contrattuale.

« I prezzi sono molto variegati — afferma Davide Tabarelli e i supersconti di Eni e Esso riguardano un numero limitato di impianti: circa 5.000 su una

rete di 25.000. Il numero dei distributori italiani rappresenta circa il 25% della rete europea ma consumiamo circa il 10% del totale Ue. E una situazione sbilanciata. La liberali77a7ione aggressiva — aggiunge — di alcune «pompe bianche», che oggi sono diventate quasi 2.000, non è sempre andata a beneficio dei consumatori. Ha fatto credere che i distributori fuori-marca hanno prezzi bassi, ma non è sempre così».

Difetti strutturali che nemmeno la crisi economica è riuscita a modificare. Secondo una recente ricerca del centro studi Promotor, da gennaio a giugno 2012 i consumi di benzina e gasolio in Italia sono calati del 9,7%, una flessione che non si registrava dal 1955. Ma alla contrazione dei consumi ha fatto da contraltare un aumento della spesa: gli italiani hanno infatti speso 33,5 miliardi, 1’8,8% in più per l’acquisto di benzina e gasolio.

Il calo dei consumi è stato più che compensato dalla crescita dei prezzi. Quello della benzina, nel primo semestre 2012, è aumentato del 17,66% rispetto allo stesso periodo del 2011, mentre il gasolio è aumentato del 21,63%. Su tutto pesa l’incremento del gettito fiscale in crescita del l 8,6% e arrivato ormai a 18 miliardi complessivi. La componente industriale, che remunera compagnie e distributori, risulta a quota 15,5 miliardi totali, in calo dello 0,8% rispetto al primo semestre dello scorso anno.

«Si parla molto di liberalizzazioni — osserva ancora Tabarelli — ma in verità le abbiamo già. Per esempio, non ci sono barriere all’ingresso degli operatori sul mercato e la prova è che i punti vendita stanno aumentando. Ci si aspettava che ciò portasse ad una diminuzione dei prezzi. Invece salgono per due ragioni essenziali: il petrolio è passato dai 20 dollari dei ’91 ai 100 dollari di oggi. La tassazione è aumentata di circa 30 centesimi al litro nello stesso periodo. Se un gestore fa uno sconto di 2-3 centesimi intacca una parte importante del suo margine, ma il consumatore non lo sente neanche perché le tasse sono davvero alte». Su un prezzo medio della benzina di 1,837 euro il 13 agosto, Iva e accise incidono per il 57% nei conti fatti da Nomisma Energia. Il prezzo industriale rappresenta il 43% del totale. La battaglia si sposta sui supersconti di Eni ed Esso, seguiti da Ip, nel fine settimana. I prezzi alti della benzina preoccupano anche la Francia: e il governo Hollande sta valutando se reintrodurre i prezzi massimi. «Ma — conclude Tabarelli — sarebbe come tornare trent’anni indietro».

Il Messaggero – 17 agosto 2012

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