Antonio Pitoni. Un doppio giro di vite. Dalla stretta sugli acquisti alla sforbiciata sui permessi e i distacchi sindacali nella pubblica amministrazione. La prima è in dirittura d’arrivo con un decreto ministeriale che sarà pubblicato a breve e che fissa le caratteristiche essenziali, e i relativi prezzi benchmark, dei beni acquistati dalla Pa, così come previsto dal dl Irpef.
Passaggio preliminare e necessario per dare il via anche ai controlli per verificare il rispetto e l’adeguamento ai parametri, a cominciare dai costi, da parte delle amministrazioni. La seconda, invece, scatterà dal 1° settembre. Quando permessi e distacchi sindacali subiranno la cura dimagrante disposta, nero su bianco, dalla circolare firmata il 20 agosto dal ministro Marianna Madia. Un taglio del cinquanta per cento finalizzata, in tempi di spending review, alla «razionalizzazione ed alla riduzione della spesa pubblica». Un ulteriore segno che «il governo fa sul serio anche su questo fronte», si lascia scappare il premier Matteo Renzi, nel giorno del rientro, esprimendo soddisfazione per la circolare Madia.
«La decurtazione del 50 per cento – precisano dal ministero – non trova comunque applicazione qualora l’associazione sindacale sia titolare di un solo distacco». Ulteriore deroga per le Forze di polizia ad ordinamento civile e per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco: «In sostituzione della riduzione del 50 per cento si prevede che alle riunioni sindacali indette dall’amministrazione possa partecipare un solo rappresentante per associazione sindacale». Nel caso in cui, stabilisce la circolare, «le associazioni sindacali abbiano comunque utilizzato prerogative sindacali in misura superiore a quelle loro spettanti nell’anno», laddove i sindacati «non restituiscano il corrispettivo economico delle ore fruite» in più, «l’amministrazione compenserà l’eccedenza nell’anno successivo» fino al completo recupero delle somme dovute. Entro il 31 agosto tutte le associazioni sindacali dovranno comunicare la revoca dei distacchi sindacali non più spettanti. Il rientro nelle amministrazioni dei dirigenti sindacali oggetto di revoca avverrà nel rispetto del contratto collettivo nazionale quadro sulle prerogative sindacali. In ogni caso, il taglio del 50% dei permessi non si applica alle Rsu, ossia alle Rappresentanze sindacali unitarie.
Ma quale sarà l’impatto del provvedimento? Il dimezzamento dei distacchi, secondo fonti sindacali, interesserà oltre un migliaio di persone. «È chiaro che è una misura che mette in difficoltà», osserva Michele Gentile, responsabile nazionale dei settori pubblici per la Cgil . «Non ne abbiamo condiviso le motivazioni e continueremo a non condividerle, ma siamo tenuti ad applicare la legge – prosegue –. Siamo forti e continueremo ad esercitare la nostra funzione sindacale». Che, nonostante il provvedimento, assicura ancora Gentile, «aumenterà».
La Stampa – 26 agosto 2014