Con la sentenza n.32035/2014, la Corte di Cassazione sembra avere legittimato di fatto lo strumento della raccomandazione quale mezzo utile per ottenere un lavoro alle dipendenze della Pubblica Amministrazione.
La vicenda in commento è scaturita dalle intercettazioni ambientali che avevano portato alla luce la segnalazione con la quale un Comandante dei Carabinieri, in merito ad un pubblico concorso, aveva sottoposto il nome della figlia all’attenzione di un assessore comunale.
Nel secondo grado di giudizio il Comandante, al quale era stato contestato l’abuso d’ufficio, era stato assolto per intervenuta prescrizione del reato.
All’attenzione della Suprema Corte era stata invece sottoposta la posizione degli altri soggetti interessati al caso: l’assessore, il Segretario comunale, i componenti della Commissione di concorso ed il Presidente della stessa, accusati di abuso d’ufficio e falsità in atto pubblico.
Con una pronuncia che certamente farà discutere, gli ermellini hanno prosciolto tutti gli imputati, osservando che la sola segnalazione ad un pubblico ufficiale non è sufficiente per ritenere perfezionata la raccomandazione, in quanto non vincola quest’ultimo ad accogliere l’invito.
Valerio Pollastrini – http://valeriopollastrini.blogspot.it – 1 settembre 2014