L’invenzione del responsabile regionale della Sanità, Bresciani, si basa sui cibi nostrani dalla verdura ai pesci di lago e prevede dosi precise quotidiane per ogni tipo di alimento
Meglio la dieta padana dei cibi esotici. Parola dell’assessore regionale alla Sanità leghista Luciano Bresciani che sul suo sito boccia alghe, frutta tropicale, soia e semi e promuove verza, timo, cipolla, crescenza e ricotta. Alimenti nostrani spesso dimenticati che hanno altrettante caratteristiche antiossidanti e terapeutiche. Nulla a che fare con la dieta lanciata due anni fa da Roberto Formigoni che raccontò di aver perso 17 chili rinunciando per 120 giorni completamente a dolci, pane, pasta, formaggio e alcolici.
La dieta di Bresciani al contrario, è più generosa. Si basa sulla cosiddetta piramide alimentare. Concede come premio di mangiare occasionalmente anche salumi e i grassi più calorici. Come regola una porzione al giorno di dolci, zucchero e miele. Fino a due porzioni tra agnello, capretto, pollo, alborelle, coregone, missoltino, fagioli borlotti, piselli, bresaola o prosciutto cotto. Da due a tre di latte e derivati come la ricotta, il grana il caprino o la crescenza. Da quattro a cinque porzioni tra pane, pasta, riso, polenta, patate e castagne. Oltre a frutta e ortaggi praticamente a volontà.
«I cibi della tradizione locale con porzioni e frequenze ridotte possono essere consumati per soddisfare la gioia – sostiene Alfredo Vanotti, nutrizionista dell’Asl di Como – che deve comunque rientrare nel concetto di benessere globale dell’individuo».
ansa – 14 agosto 2012