Nemmeno il più convinto animalista vorrebbe vivere l’esperienza toccata alla famiglia con bambini che a Villavallelonga si è ritrovata alle due di notte un orso marsicano in soggiorno. L’orso Mario non è nuovo alle scorribande nei borghi del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm), è talmente appassionato di pollai che gli era stato di recente applicato un radiocollare per monitorarne gli spostamenti. Le guardie del parco lo inseguivano proprio per la sua posizione segnalata all’interno del centro abitato, quando Mario, vistosi chiuso in un vicolo cieco, è penetrato all’interno dell’abitazione.
L’episodio può anche far sorridere chi è lontano, ma per chi abita entro i confini del Pnalm, il primo parco nazionale istituito in Italia, la convivenza con questi grandi animali è da sempre problematica. Forse al punto da cambiare nella percezione degli interessati il privilegio di risiedere in una delle aree naturali più suggestive d’Europa in una sorta di disgrazia.
Ogni volta che queste incursioni spaventano, assistiamo a una radicale polarizzazione delle opinioni, come se fosse ragionevole schierarsi con gli orsi o con gli uomini. Qualcuno propone l’abbattimento di questi esemplari protetti, altri, all’opposto, vogliono preservarne la totale libertà di aggirarsi nel territorio loro riservato. È certo che di questa terra gli orsi, i camosci e tutta la fauna autoctona sono i più antichi abitatori, l’uomo con i suoi insediamenti e le sue attività è intervenuto nei secoli in quanto limite sempre più invadente.
Ma non si tratta oggi di rimpiangere uno stato di natura primitivo, né di sostenere il nostro completo dominio sul contesto ambientale, sono entrambe posizioni pregiudiziali e antistoriche. Si tratta di ripensare all’interno di queste zone dedicate alla protezione della flora e della fauna, delle acque e dell’aria, un confine sostenibile ma impermeabile tra lo spazio umano e quello animale, se parliamo di specie potenzialmente pericolose.
Non basta monitorare gli spostamenti degli orsi, occorre investire in modalità di dissuasione efficaci che tengano lontano Mario e i suoi simili dall’abitato, nel massimo rispetto della sua incolumità e del suo benessere.
E che proteggano la profondità del sonno dei bambini.
Gli era stato di recente applicato un radiocollare per monitorarne gli spostamenti Qualcuno propone l’abbattimento di questi esemplari, altri vogliono preservarne la libertà
DONATELLA DI PIETRANTONIO – “L’Arminuta” (Einaudi), l’ultimo libro di Donatella Di Pietrantonio in finale al Premio Campiello, è ambientato in Abruzzo dove l’autrice è nata
Repubblica – 31 luglio 2017