“La legge 91/2015 sulle quote latte e il prelievo da 71 milioni per il fondo interventi per il settore lattiero caseario stanno mettendo definitivamente un ginocchio le stalle venete. In Veneto stanno arrivando da Agea cartelle esattoriali per decine di milioni. Il ministro alle politiche agricole Maurizio Martina non può restare indifferente di fronte ai problemi di migliaia di allevatori. Con il collega della Lombardia e il coordinatore della commissione politiche agricole della Conferenza Stato-Regioni abbiamo chiesto un confronto diretto con il ministro, il commissario Agea e i dirigenti del ministero”.
Giuseppe Pan, assessore all’agricoltura della Regione Veneto, prende le difese di un settore che in Veneto conta 3.300 aziende, con una capacità produttiva di 1.150.000 tonnellate, che valgono il 12 per cento della produzione nazionale e che sta rischiando il default. “Non mi interessano inutili battaglie mediatiche, ma all’incontro con il ministro batterò i pugni sul tavolo – annuncia Pan – per far valere i diritti degli allevatori veneti ed evitare la chiusura di migliaia di stalle. Al ministro chiedo di sospendere il prelievo per il fondo nazionale e di non mettere le mani nelle tasche degli allevatori veneti. Sappia che la Regione e Avepa non intendono svolgere il ruolo di agente di riscossione di un prelievo ingiustificato e insostenibili per imprese già fuori mercato per il crollo del prezzo del latte”..
Il tema del confronto-scontro tra assessore e ministro è quello delle quote latte, vicenda ancora irrisolta, nonostante il vincolo alla produzione sia stato abolito a livello europeo dallo scorso 1° aprile. Il 2015 doveva essere l’ultimo anno delle multe ai produttori per lo splafonamento delle quote latte imposte dalla Ue, alle stalle lascia una pesante eredità: il prelievo imposto dal Ministero per le politiche agricole supera di almeno tre volte la multa da pagare a Bruxelles. “Il Ministero ha stabilito – spiega Pan – una quota da pagare per le aziende in esubero: in totale, su scala nazionale, il prelievo viene fissato in 103,7 milioni di euro. Di questi 30,5 vanno alla Ue per il superamento della quota nazionale assegnata e 71,6 vengono destinati ad un fondo per interventi nel settore lattiero-caseario. E’ logico che in un momento come questo i produttori debbano pagare un prelievo che supera di tre volte la multa e non ricevere, in cambio, alcun intervento di sostegno ad un settore da anni in forte crisi e penalizzato da politiche di prezzi e ricavi decrescenti?”.
Per il Veneto il debito complessivo si aggira sui 20 milioni di euro e coinvolge circa 170 aziende. Inoltre Agea ha riattivato e avviato a riscossione molte cartelle esattoriali che complessivamente valgono un prelievo di svariate centinaia di milioni. La Regione Veneto si vedrà, quindi, costretta a gestire gli oneri di riscossione sino a prevedere la riscossione coattiva con l’iscrizione nel registro dei debitori o con l’iscrizione a ruolo.
“Già tre Tribunali amministrativi – prosegue l’assessore veneto – della Lombardia e dell’Emilia-Romagna hanno accolto il ricorso di alcuni produttori di latte contro il Mipaaf e Agea e, con le loro ordinanze, hanno di fatto riconosciuto la situazione di difficoltà in cui versano attualmente le aziende agricole a seguito del crollo dei prezzi di vendita del latte. Inoltre, i giudici dei Tar hanno preso tempo sulle questioni legate alla costituzionalità delle norme legislative che hanno disposto il prelievo delle somme destinate a costituire il Fondo per gli interventi nel settore lattiero caseario, vista la complessità della legislazione e l’apparente contradditorietà del prelievo che, con l’intento di rilanciare il settore in crisi, di fatto affossa molte aziende che riceveranno una richiesta di pagamento superiore di oltre tre volte l’effettivo debito”.
“Il Veneto non ci sta a fare degli allevatori le vittime di giochi di prestigio e di ingiuste vessazioni – incalza l’assessore veneto – Nonostante i proclami sull’indicizzazione del prezzo del latte e sul ruolo del governo di salvatore delle dinamiche contrattuali del settore e le promesse fatte dal ministro a Fieragricola a Verona, devo constatare, non senza imbarazzo, che il ministro, con il quale peraltro ha avuto più volte occasioni di un confronto sereno e costruttivo, e i dirigenti del suo ministero sembrano non rendersi conto che il comparto lattiero del Veneto sta per tracollare. I 70 milioni destinati al fondo di solidarietà nazionale risponderebbero concretamente alle necessità degli allevatori se venissero lasciati davvero alle imprese e non riscossi e gestiti da un ministero lontano, che pare aver perso il contatto diretto con la realtà”.
“Nel prossimo incontro con il ministro– conclude l’assessore Pan – chiederò ai dirigenti degli uffici romani di accompagnarmi in alcuni dei frequenti incontri con gli allevatori veneti: solo così, uscendo dai loro uffici ovattati, potranno rendersi conto delle angosce e della profonda sfiducia di tanti imprenditori ormai ridotti sul lastrico”.
Regione Veneto – 13 febbraio 2016