Ancora scontro sulle quote latte. In una nota il vicepresidente della commissione regionale Agricoltura del Veneto, Graziano Azzalin (Pd), punta il dito contro l’intervento «estemporaneo e per alcuni aspetti anche controproducente» che i tre assessori regionali all’Agricoltura di Piemonte, Lombardia e Veneto, Claudio Sacchetto, Giovanni Fava e Franco Manzato, «guarda caso – sottolinea Azzalin – tutti e tre leghisti», hanno fatto con una lettera al ministro delle Politiche agricole Nunzia Di Girolamo.
«Nella missiva – Azzalin – invitano la ministra a reintrodurre la deroga per le quote latte. Sulla vicenda assistiamo ad un nuovo inganno nell’inganno con il gioco delle tre carte che perdono. L’appello dei tre assessori, infatti, è unicamente un modo per cercare di pulirsi la coscienza, dal momento che dovrebbero sapere bene che la normativa vigente, la legge 119/2003 combinata con le modifiche della legge 66/2009 voluta proprio da Zaia, non lo consente e che più volte richieste di questo tipo sono state rigettate perché la questione non è sanabile amministrativamente». Anche gli allevatori di Confagricoltura e Cia si sono espressi contro la proposta degli assessori all’Agricoltura di Lombardia, Veneto e Piemonte. «È inaccettabile usare la situazione di crisi economico-finanziaria generalizzata come scusa per continuare a tutelare situazioni di illegalità – commentano Confagri e Cia – l’iniziativa degli assessori è intempestiva perché all’epoca veniva prevista una nuova assegnazione di quote ai produttori e inopportuna in quanto indirizzata ai 650 allevatori che hanno operato fino ad ora a dispetto delle norme, non regolarizzando le loro posizioni con le rateizzazioni e che oggi magari anche a causa della revoca delle quote aggiuntive loro assegnate, rischiano di “splafonare”».