Addio America! Dal 4 febbraio la Russia potrà bloccare l’ingresso di carne di manzo e maiale proveniente da Stati Uniti e Canada. Il motivo della decisione è l’uso, da parte degli allevatori, della ractopamina, un promotore della crescita. Il divieto probabilmente non danneggerà i consumatori, sperano gli esperti. Sarà così?
La ractopamina è uno steroide che accelera l’incremento ponderale. In farmacologia non viene utilizzato, ma se ne fa largo uso negli allevamenti per stimolare la crescita del bestiame. La relazione degli esperti verso questo farmaco è molteplice: alcuni medici affermano che, una volta introdotto nell’organismo umano, lo steroide può provocare una serie di malattie cardiovascolari. Molti paesi ne vietano l’uso e alla fine dello scorso anno anche la Russia ha adottato questa linea politica. Il rappresentante di «Rossel’choznadzor» (ente federale per il controllo veterinario e fitosanitario) Aleksej Alekseenko ci ha parlato in modo più dettagliato dell’uso della ractopamina negli allevamenti:
Si tratta di un farmaco sintetico molto attivo che permette agli allevatori di maiali di ottenere un ulteriore 10% netto di utili, per loro è di sicuro conveniente. Per il consumatore invece il vantaggio rimane piuttosto dubbio. La ractopamina è una sostanza che interagisce molto con l’organismo. In medicina più spesso vengono utilizzati farmaci con l’effetto opposto, sopratutto in cardiologia. Ci sono ragioni fondate per cui imitare le misure adottate da altre nazioni come la Cina e i paesi dell’Unione Europea.
Per ora il possibile divieto si estenderebbe solo alla carne refrigerata, il cui volume di importazione non è poi così grande. Ma se i fornitori non cambieranno la situazione, le sanzioni subentreranno anche per quella congelata, rendendo la questione più seria. Come ha dichiarato Sergej Jušin, direttore del Comitato esecutivo dell’Associazione nazionale macellai, il Canada, dopo l’UE, è il secondo fornitore della Russia con un 24% del totale di carne suina importata. Anche gli Stati Uniti rientrano nei primi posti. Per la carne di manzo la situazione è diversa. Il primo importatore è il Brasile con il 40% e grandi importatori sono anche il Paraguay e l’Uruguay, mentre la quota canadese e statunitense è piccola. Sergej Jušin afferma che l’effetto del divieto da introdurre non cadrà sui consumatori russi:
Influirà poco sui prezzi dell’acquisto, mentre il prezzo finale per il consumatore russo non subirà nessuna modifica, dato che al momento esiste un significativo eccesso di offerta rispetto alla domanda. I prezzi all’ingrosso del maiale negli ultimi quattro anni sono scesi in media nel paese dal 20 al 30%. Per quanto riguarda la carne di manzo, le forniture da parte del Canada sono davvero minime, mentre quelle dagli Stati Uniti ammontano a circa il 7,5%. Per questo ci sarà un effetto minimo sul nostro mercato. Se il divieto cadrà anche sulla carne proveniente dal Brasile, questo potrebbe diventare un problema serio. Anche in questo paese viene utilizzata la ractopamina e, come osserva Sergej Jušin, non si saprà come sostituire la carne brasiliana nel caso venga vietata: né Paraguay né Uruguay hanno risorse sufficienti.
In realtà Aleksej Alekseenko spera che non si arriverà a tanto, anche considerato che i brasiliani hanno compreso prima degli altri le esigenze del consumatore russo:
I brasiliani hanno risposto per primi alle nostre richieste. Ora ogni partita di carne esportata in Russia dal Brasile sarà accompagnata da due documenti: il primo è un certificato veterinario per indicare che l’animale è stato allevato senza l’uso di ractopamina; il secondo è un documento che riporta i risultati delle analisi di laboratorio per dimostrare che la ractopamina è assente nella carne da introdurre nel nostro mercato.
Gli allevamenti nord-americani hanno ancora tempo per seguire l’esempio dei colleghi brasiliani, tanto più perché, osservano gli esperti, sia Stati Uniti che Canada esportano carne senza ractopamina dove essa è vietata. Gli allevatori dovranno rettificare gli accordi presi con i fornitori di mangimi. Il mercato russo è un piatto pressoché appetitoso e per non perderlo i produttori di carne suina e di manzo probabilmente sopporteranno i costi.
La Voce della Russia – 27 gennaio 2013