Il saldo dei primi cinque mesi dell’anno resta positivo, ma si ferma a poco più di 82mila contratti a tempo indeterminato. La variazione netta tra assunzioni e cessazioni è ben al di sotto dei 379.282mila contratti del 2015 e persino dei 122.188 contratti del 2014.
Il rallentamento nelle assunzioni stabili viene evidenziato dall’osservatorio sul precariato dell’Inps, che mette in luce come la variazione netta dei rapporti di lavoro subordinato tra gennaio e maggio sia pari a 435.547 contratti, inferiore dunque ai 537.864 del 2015, ma sopra i 384.718 del 2014. Fin qui la differenza tra assunzioni e cessazioni, ma guardando alle sole nuove assunzioni a tempo indeterminato sono state 544.621, ben 280mila in meno dei primi cinque mesi del 2015. Il calo, secondo l’Inps, è da ricondurre al «forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015», anno in cui era in vigore l’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per una durata di tre anni, mentre quest’anno lo sconto si è ridotto al 40% ed è diventato biennale. Sulla frenata, ovviamente, incidono le incertezze del quadro economico che rappresentano il principale freno alle assunzioni. Lo stesso fenomeno si registra per le trasformazioni a tempo indeterminato che sono state 128.875, pari a 75.720 in meno dello stesso periodo del 2015.
Quanti hanno beneficiato dello “sconto” fiscale? L’esonero contributivo a maggio ha interessato 46.334 tra assunzioni e trasformazioni, mentre ad aprile erano state 50.156. Il saldo annualizzato, cioè la differenza tra assunzioni e cessazioni con contratti a tempo indeterminato a maggio è segna +621mila. Il peso dei nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato sul totale dei rapporti di lavoro nel periodo tra gennaio e maggio si ferma al 31,7%, in calo sia rispetto al 41,3% dello steso periodo del 2015 che il 33,9% del 2014.
Nel solo mese di maggio la variazione netta tra assunzioni e cessazioni è stata di 100.079 rapporti di lavoro, era di 91.797 ad aprile e di 86.917 a maggio 2015. L’osservatorio Inps fa riferimento ai dipendenti del settore privato – esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli – e nella Pa comprende i dipendenti degli enti pubblici economici, riguarda anche i lavoratori somministrati e a chiamata. Si fotografano i flussi di assunzioni, cessazioni e trasformazioni, che non coincidono con il numero di lavoratori. La frenata delle assunzioni stabili ha prodotto un calo delle assunzioni complessive che sono state poco più di 2 milioni, circa 263mila in meno del 2015. Questo trend non ha interessato le 1,4 milioni di assunzioni con contratti a tempo determinato che sono in lieve crescita (+0,6%) nè le 90mila assunzioni in apprendistato (+10,4%).
L’Inps evidenzia anche che tra gennaio e maggio 2016 sono stati venduti 56,7 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio del valore nominale di 10 euro, con un incremento del 43% sui primi cinque mesi del 2015. Nello stesso periodo del 2015, si registrava una crescita del 75,2% rispetto al 2014.
Giorgio Pogliotti – Il Sole 24 Ore – 20 luglio 2016