Istat ha diffuso i dati: continua a diminuire il ricorso ai fitosanitari in Italia da parte degli agricoltori. Questa diminuzione, dovuta anche alla più ampia scelta europea (ad esempio, con la Direttiva per l’uso sostenibile degli agro farmaci, la 128/2009), non può che essere salutata positivamente, anche a fronte di tante preoccupazioni da parte di parte non sempre bene informata della società civile e dei mass media.
In tal modo l’Italia conferma le basi empiriche per vantare il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3 per cento) che sono risultati peraltro inferiori di cinque volte a quelli della media europea (1,5 per cento di irregolarità) e addirittura di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità), secondo una analisi sulla base dei dati Efsa.
Qualche dato
Il rapporto Istat, che analizza l’anno 2012 rispetto agli anni precedenti,segnala come nel 2012, la quantità dei prodotti fitosanitari distribuiti per essere utilizzati nella protezione delle coltivazioni agricole risulti in calo del 5,7% rispetto all’anno precedente e addirittura del 19,8% se confrontandosi con il 2002. Inoltre, diminuisce sia la quantità di prodotti nocivi, sia di quelli molto tossici e tossici (rispettivamente del 15,6% e 3,8%);
Si riduce anche la quantità dei principi attivi consentiti in agricoltura biologica e contenuti nei prodotti fitosanitari (-8% rispetto al 2011).La contrazione dei principi attivi, insieme con quella dei formulati che li contegono, determina anche una riduzione nella concentrazione delle sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari, che, rispetto al 2011, scende dal 49,6 al 46,1%.
L’unica categoria che aumenta è quella degli erbicidi (0,6%), ma con un calo pari al 3,9 nella concentrazione dei principi attivi nelle formule (intorno al 33,2% di principi attivi). Tale calo di concentrazione spiega quindi l’aumento di uso “apparente” dei prodotti erbicidi.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 19 novembre 2013