L’agricoltura veneta sfiora il 5,5 miliardi di euro di valore della produzione e si difende bene anche sul fronte dei prezzi. Seminativi e vino sono i comparti trainanti, sull’altalena invece l’ortofrutta mentre continuano le difficoltà per gli allevamenti. Nel 2013 il settore primario si è ripreso dal calo produttivo del 2012, nonostante il calo di imprese e addetti. Nove anni fa gli occupati in agricoltura erano 75 mila in poco più di 90 mila aziende. L’intero settore però, fatturava un miliardo di euro in meno. Oggi le imprese sono poco più di 67 mila e gli addetti 65 mila (va considerato che molte aziende non sono seguite da coltivatori diretti) ma il valore della produzione continua a crescere. Il rapporto
Zootecnia. Il calo della produzione di latte (10,6 milioni di ettolitri, -1,1%) e del numero di allevamenti (3.662, -4,4%) hanno consentito di evitare lo splafonamento della quota assegnata al Veneto e di aumentare il prezzo del latte, salito mediamente a circa 42 €/100 litri (+7%). La produzione veneta di carne bovina è scesa a 193.200 tonnellate (-4,6%), mentre l’annata è stata sostanzialmente favorevole per la carne suina (produzione +2,4%, prezzo medio annuo +1%). La carne avicola ha subìto una flessione produttiva (-4,7%), ma ha beneficiato di un andamento di mercato favorevole (+2,6% il prezzo medio annuo).
«Le aziende che chiudono sono quelle di agricoltori anziani che cessano l’attività» osserva Alessandro Censori di Veneto Agricoltura «c’è ancora una difficoltà nel ricambio generazionale ma possiamo dire che i giovani imprenditori agricoli guidano aziende più grandi e soprattutto più specializzate». Concetto ribadito anche dall’assessore regionale Franco Manzato: «Ora le risorse del Piano di Sviluppo Rurale, oltre 1 miliardo e 100 milioni di euro, saranno indirizzate proprio alle imprese agricole».
Nel rapporto 2013, spicca il balzo in avanti del mais, prima coltura della nostra regione con 248 mila ettari e 2,2 milioni di tonnellate prodotte, il 48% in più rispetto al 2012. Ancora soddisfazioni per il vino, il comparto leader del Veneto. Il vigneto regionale si estende su 77.480 ettari (+1%) e la vendemmia ha raccolto 11,8 milioni di quintali di uva (+9%), dai quali sono stati ottenuti 9 milioni di ettolitri di vino (+11,5%). Se il prezzo delle uve scende dell’11%, quello dei vini a marchio sale fra il 5 e il 10%, così come crescono le esportazioni con 1,6 miliardi di fatturato. Le piogge primaverili hanno danneggiato il frumento, mentre la soia ha conosciuto l’incremento più alto mai registrato, +88% con 295 mila tonnellate. In calo invece barbabietola da zucchero e colza, entrambe a -27%. Crolla lano le patate, cala la lattuga mentre cresce il radicchio e tiene la fragola. I prezzi hanno dato qualche soddisfazione per mele (+23%), pere (+12), pesche (+57) e kiwi (+16). Scende fra il 10 e il 20% il fatturato del floroviaismo. Il calo della produzione di latte (10,6 milioni di ettolitri, -1,1%) e del numero di allevamenti (3.662, -4,4%) ha permesso di evitare lo splafonamento della quota assegnata al Veneto e di aumentare il prezzo del latte, salito a circa 42€ per 100 litri (+7%). Sul fronte carne scendono del 4,6% la bovina e del 4,7 la avicola, che però ha beneficiato di un aumento di prezzo, positivo il dato per quella suina. La pesca, con 17.465 tonnellate (-0,1%) di pescato e incassi per 41 milioni. La flotta scende a 699 unità.
Il Mattino di Padova – 26 giugno 2014