Il punto di partenza del presidente di Unioncamere Veneto, Fernando Zilio, è il dato dei 2.352 esercizi chiusi in sette mesi. Con una constatazione: gli 80 euro non sono serviti, le vendite al dettaglio continuano a diminuire anche nella nostra regione.
Lo evidenzia l’indagine VenetoCongiuntura per il secondo trimestre 2014 promossa da Unioncamere su un campione di 1.046 imprese del commercio con almeno tre addetti. Fra aprile e giugno gli scontrini battuti hanno avuto un valore complessivo inferiore di tre decimi di punto rispetto allo stesso periodo del 2013 e le previsioni per il trimestre successivo restituiscono saldi di opinione ancora più negativi sia per giro d’affari sia per l’occupazione, e tutto questo mentre i prezzi tendono a calare. La contrazione dei consumi, secondo la ricerca, sarebbe da attribuire prevalentemente al commercio non alimentare, che marca un calo del 3,2%. Il segmento alimentare, con supermercati, ipermercati e grandi magazzini, esprimono invece incrementi compresi fra l’1,4% ed il 3,8%. L’occupazione, già in flessione nello scorso trimestre (-0,4%), ha registrato un’ulteriore caduta dell’1,6%, ascrivibile all’andamento registrato soprattutto da supermercati, iper e grandi magazzini (-3,4%). L’indicatore resta stazionario nel commercio al dettaglio non alimentare (-0,2%), e aumenta invece per il commercio specializzato alimentare (+3,2%). «Purtroppo il bonus in busta paga del governo Renzi – è il commento di Zilio – non ha contribuito a mitigare il quadro di recessione, che oggi si intreccia anche con la deflazione, visto che da una parte si dava alle famiglie ma dall’altra, con una tassazione locale fuori controllo, si toglieva e con gli interessi. La stessa visione ha fatto sì che anche lo ‘Sblocca-Italia’ varato dal governo si stia impantanando nella destinazione di fondi a pioggia che non sbloccherà nulla».
3 settembre 2014