Perché i vaccini contro il Covid che abbiamo sono eccezionali?
«Hanno salvato finora 20 milioni di vite. E ne avrebbero salvate il doppio, se fossero stati distribuiti equamente nel mondo e se tutti coloro che ne avevano la possibilità si fossero vaccinati. Grazie a questi la malattia grave causata da Sars-Cov2 è stata eliminata, o drasticamente ridotta».
E perché dovremmo fare meglio?
«I vaccini attuali non riescono a prevenire i contagi. Proteggono solo per 2-3 mesi, poi il livello degli anticorpi si abbassa».
C’è una spiegazione?
«Abbiamo a che fare con vaccini che vengono iniettati, che generano un livello di anticorpi alto nel sangue, ma non nelle mucose di naso e gola, dove il virus entra nell’organismo. Lì il livello di anticorpi è un centesimorispetto a quello che abbiamo in sangue e polmoni. È comunque una buona notizia, perché gli anticorpi in polmoni e sangue ci proteggono dalla malattia grave, ma alla Casa Bianca abbiamo discusso della necessità di creare vaccini nuovi per il futuro».
I vaccini adattati alle varianti?
«No, penso a vaccini completamente nuovi, capaci di proteggerci non solo dalle varianti di Sars-Cov2, ma anche da tutti gli altri coronavirus. Pensopoi a vaccini che blocchino il virus nelle mucose di naso e gola, per prevenire le infezioni. Potrebbero essere assunti per bocca, spray nasali o cerotti con minuscoli aghi».
Potremmo prevenire anche i contagi e coprire le varianti?
«In teoria sì, il problema è che vaccini simili non li sappiamo fare. Due anni fa, nell’emergenza, abbiamo preso la strada che meglio conoscevamo e abbiamo creato i vaccini iniettabili.
Di spray nasali che proteggono le mucose parliamo da 40 anni, ma nessuno è mai riuscito a farli».
Può essere il momento giusto?
«Non ci sono più i finanziamenti, non c’è più lo sforzo di due anni fa.
Esistono due o tre trial nel mondo per i vaccini mucosali, niente a che vedere con la mobilitazione del 2020. Anche per il vaccino capace di bloccare tutti i coronavirus esistono migliaia di pubblicazioni, ma nessun lavoro significativo o quasi. Si tratta di una tecnologia nuova, di una strada da aprire. Potremmo vedere i risultati fra un anno come fra dieci».
In autunno però avremo sicuramente dei vaccini aggiornati.
«Si tratta di un aggiornamento dei vaccini già in uso oggi. Ed è chiaro che daranno risultati migliori, visto che si basano su un virus Omicron,più vicino a quello in circolazione attualmente».
Perché allora continuiamo a offrire richiami con i vaccini attuali, impostati sul primo virus di Wuhan?
«Generano comunque anticorpi che riconoscono Omicron, anche se in percentuale più bassa rispetto a quel che ci aspettiamo dai vaccini aggiornati».
Secondo l’Autorità europea per i medicinali ci sarà un’approvazione rapida come per i vaccini per l’influenza, una volta all’anno.
«La direzione è quella, come credo che arriveremo anche a un equilibrio fra noi e il virus».
Il vaccino aggiornato ci proteggerà anche dal contagio?
«È probabile che ci protegga almeno in parte per due o tre mesi, ma i test condotti dalle aziende mostrano solo gli anticorpi prodotti nel sangue, non i dati sui contagi».