“I ricchi devono cominciare a pagarsi le prestazioni sanitarie, altrimenti il sistema implode”. Una frase del presidente Luca Zaia all’interno di un ragionamento per più ampio che però non sta lasciando indifferente il mondo politico, che si divide, ma accetta il confronto. Del resto, la questione è semplice: meno soldi, bilancio che rischia di andare in rosso con conseguenza inevitabile di vedersi applicare l’Irpef.
Quindi trovare una soluzione alternativa diventa un obbligo. Ma quale percorso? «É un ragionamento che merita un approfondimento – sottolinea Diego Bottacin consigliere regionale di Verso Nord – Un concorso alla spesa di chi ha maggior possibilità ha un senso in un momento in cui i trasferimenti sono sempre meno».
Un percorso che stuzzica anche il presidente della V commissione sanità. «Prima si mettano i conti a posto e poi ci si può pensare – sottolinea Leonardo Padrin, – D’accordo nella misura in cui la politica si assume la responsabilità di fare scelte impopolari. Ora il Veneto è in ritardo su alcune scelte e mi sentirei in imbarazzo a chiedere alla popolazione una partecipazione». Preoccupato invece il consigliere Claudio Sinigaglia (Pd), «É una via pericolosa, porta il cittadino ad andare in destinazioni diverse, i ricchi sceglieranno gli ospedali dove c’è il sistema migliore. Sono per il modello universalistico e su questo mi batterò sempre: no ai servizi di qualità diversa». E anche l’Udc si pone in posizione di “attesa”. «Mi sembra che il presidente abbia ancora le idee un po’ confuse», sottolinea il consigliere Stefano Peraro (Udc). «Avvisiamo Zaia che adesso, nel suo Veneto, anche i poveri devono pagarsi la sanità. Mi sa tanto che è solo il preavviso di una decisione che hanno già preso, che significherà altri tagli di servizi sanitari, a carico delle famiglie. – dice Antonino Pipitone, consigliere dell’Idv – Sul discorso dei ricchi che devono pagarsi la sanità, vorremmo che Zaia ci spiegasse cosa intende per “ricchi”. Quelli che intende lui non esistono, nel suo mirino c’è la classe media».
Il Gazzettino – 15 ottobre 2012