LA DOMANDA In caso di conguagli fiscali molto onerosi si può chiedere la rateazione per evitare di percepire trattamenti di pochi euro
I pensionati che non hanno ancora fornito all’Inps le informazioni relative ai redditi del 2009, tra poco rischiano di vedersi decurtare l’assegno mensile. L’avviso, pubblicato due settimane fa dall’istituto di previdenza, è uno dei tanti che periodicamente rammenta ai pensionati l’obbligo di fornire le informazioni necessarie per fruire delle prestazioni legate al reddito. Per chi non rispetta le regole, anche presentando il modello Red, scatta la sospensione delle prestazioni e il recupero degli importi indebitamente già corrisposti, con conseguente alleggerimento dell’assegno mensile.
In realtà i trattamenti legati al reddito costituiscono una delle situazioni in cui l’Inps può intervenire sulla pensione. L’altra deriva dal fatto che l’istituto di previdenza, per i pensionati che così decidono, opera comesostituto di imposta e quindi è tenuto a trattenere dall’assegno mensile i contributi fiscali. Può così accadere che chi oltre alla pensione incassa un affitto o svolge lavori retribuiti sia chiamato ad adeguare il prelievo fiscale, con tagli più o meno consistenti dell’assegno previdenziale. Anche se periodicamente le cronache riportano solo i casi limite di pensioni da 2 euro, i pensionati coinvolti da queste procedure sono molti: secondo i dati Inps, circa 7 milioni hanno quote collegate al reddito e circa 9 milioni tra pensionati e familiari hanno l’obbligo della dichiarazione.
L’Inps, quando opera come sostituto d’imposta, deve effettuare i conguagli fiscali sulle prestazioni imponibili che eroga. Questa è una situazione che può capitare a chi ha più entrate e compila la dichiarazione dei redditi. Di conseguenza ci dovrebbe già essere la consapevolezza che nel corso dell’anno si potrebbe essere chiamati a “regolare” i conti con il fisco. Peraltro non è obbligatorio scegliere l’Inps come sostituto fiscale. Se non ci si vuole ritrovare con gli addebiti dei conguagli nella pensione, invece di presentare il 730 si può compilare Unico e sarà poi il pensionato a versare quanto dovuto tramite F24.
Certo è che dall’appuntamento con il fisco non si scappa, ma si può decidere come gestirlo. Anche se si sceglie il 730, si può rateizzare alcuni prelievi. Inoltre, come precisa l’Inps, una maggiore incidenza delle trattenute può avvenire in fase di conguaglio di fine anno con conseguenti trattenute nei mesi di gennaio e febbraio. Tuttavia, grazie all’articolo 38, comma 7 del Dl 78/2010, il conguaglio può essere rateizzato fino a novembre e senza interessi se l’imposta è superiore a 100 euro e il reddito da pensione inferiore a 18mila euro. Non dilazionabili, invece, sono la seconda rata d’acconto Irpef e quella della cedolare secca, con trattenuta sull’assegno di novembre e, in caso di incapienza, ulteriore prelievo a dicembre con conseguente applicazione degli interessi.
Molto più numerose sono le prestazioni legate al reddito, per le quali le eventuali modalità di recupero possono cambiare. In questo ambito, per esempio, nell’autunno del 2012 aveva suscitato non poche polemiche l’operazione avviata dall’Inps per il recupero della 14esima pagata nel 2009 a pensionati che, a seguito delle verifiche reddituali, non ne avevano diritto, in quanto superavano la soglia minima di 8.504 euro annui. Aseguito di quell’episodio, l’allora ministro del Lavoro Elsa Fornero aveva invitato l’istituto di previdenza ad abbreviare i tempi con cui effettua le verifiche a posteriori sui redditi ed è stato introdotto il recupero dell’importo in 36 invece che in 12 rate mensili.
«In alcuni casi – spiega Antonio Pellegrino, del dipartimento previdenza dello Spi-Cgil – il pensionato può recarsi presso una sede Inps e chiedere anche un’eventuale ulteriore rateizzazione». Tutto bene, dunque? Non sempre, perché anche se le modalità per ridurre i disagi a carico dei pensionati ci sono, a volte non tutto funziona come dovrebbe. «Sugli indebiti – afferma Angela Maria Caracciolo del patronato Inas- Cisl – ci sono regole e norme di legge su cui si deve vigilare. È una questione delicata perché non è escluso che l’Inps possa chiedere la restituzione di importi oltre i termini previsti dalla legge. Inoltre spesso non vengono fornite comunicazioni chiare e trasparenti che consentano al pensionato di capire come si è generato l’indebito edeventualmente di contestarlo. Oppure possono capitare dei disguidi per cui i pensionati hanno presentato il modello Red ma all’Inps non risulta».
Il Sole 24 Ore – 3 dicembre 2013