L’ordine del giorno della seduta di ieri era stato stilato ancora una settimana fa. Ma il fatto di riunirsi all’indomani degli attentati di Bruxelles ha inevitabilmente pesato sulle decisioni della commissione Politiche Istituzionali del consiglio regionale, chiamata ad esaminare tre iniziative legislative in materia di contrasto al terrorismo e arrivata già a raggiungere l’accordo per l’approvazione in tempi rapidi di un regolamento. Negli edifici di competenza della Regione, fra cui gli ospedali, sarà proibito entrare con il volto travisato: vietati dunque i veli che camuffano il viso, come il burqa e il niqab.
L’iniziativa era partita dal consigliere zaiano Alberto Villanova ed era stata sottoscritta pure dai colleghi di Zaia Presidente e Lega Nord, ma durante la discussione ha ottenuto il sostegno anche dell’opposizione. «Si è trattato evidentemente di una coincidenza temporale, ma la convocazione poche ore dopo la strage ha avuto un’influenza decisiva», riconosce il primo firmatario. Il testo punta a disciplinare «il controllo degli accessi e della permanenza nelle sedi istituzionali della Regione del Veneto, degli enti strumentali, degli enti del servizio sanitario regionale e degli organismi sottoposti a controllo e vigilanza della Regione». Le nuove regole varranno quindi non solo a Palazzo Ferro Fini e Palazzo Balbi, ma in tutti gli immobili su cui l’istituzione ha voce in capitolo, come ad esempio le società partecipate e le strutture sanitarie, anche se non nella generalità dei «luoghi pubblici o aperti al pubblico», come invece intenderebbero le due proposte di legge statali depositate rispettivamente dallo stesso Villanova e da Sergio Berlato (Fratelli d’Italia), allo scopo di modificare la normativa sull’ordine pubblico che risale al 1975, quando i terroristi indossavano caschi o passamontagna e la questione del velo islamico non si era ancora posta.
Ad ogni modo personale in servizio, visitatori abituali, dipendenti delle ditte appaltatrici e ospiti occasionali degli spazi regionali dovranno attenersi alla disposizione: non potranno entrare «coloro che indossano caschi protettivi o qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, inclusi abiti o indumenti di qualsiasi origine etnica o culturale, quali il burqa e il niqab, che celano, travisano o nascondono il volto impedendo, di fatto, l’identificabilità della persona». Il regolamento prescrive inoltre, in particolare per il Balbi, l’ingresso con armi solo da parte dei rappresentanti delle forze dell’ordine e controlli con il metal detector anche sui bagagli. «Questo aspetto richiederà uno stanziamento di risorse che finora non è stato previsto – osserva Stefano Fracasso (Partito Democratico) – ma sull’esigenza di sicurezza siamo tutti d’accordo. Tenendo comunque presente che gli attentatori di Bruxelles hanno agito a volto scoperto proprio per passare inosservati».
Il voto potrebbe arrivare già mercoledì prossimo, appena conclusa la discussione sulla questione di fiducia. «Si profila l’unanimità – annuncia il presidente Marino Finozzi – a dimostrazione del fatto che il tema è molto sentito».
Angela Pederiva – 24 marzo 2016