Con la delibera numero 13 del 9 gennaio la Giunta regionale ha approvato un programma regionale per l’effettuazione di un Piano di monitoraggio per la ricerca di diossine negli alimenti di origine animale (allegato A)predisposto ai sensi dell’Intesa Stato-Regioni del 22 novembre 2012, sulla proposta del Ministro della Salute di deliberazione del Cipe. Per il finanziamento di progetti in materia di controlli la Stato-Regioni ha previsto una somma di due milioni di euro da utilizzare in un unico progetto interregionale per il monitoraggio dei contaminanti ambientali negli alimenti di origine animale in aree che presentano fattori di rischio antropico che possono determinare una contaminazione chimica della catena alimentare nonché di monitorare la filiera ittica che rappresenta un punto di accumulo dei contaminanti ambientali.
Con l’Intesa Stato-Regioni nella seduta del 22 novembre 2012 sono stati individuati i criteri di ripartizione delle somme da assegnarsi alle regioni per la predisposizione di piani di monitoraggio per la ricerca diossine monitoraggi sulla presenza di diossine, PCB diossina-simili e PCB non diossina-simili nei mangimi e negli alimenti. L’ Intesa specifica che le Regioni sono tenute a presentare, entro sessanta giorni, i programmi attuativi, approvati con delibera regionale e secondo le linee progettuali citati nell’Intesa stessa.
In particolare, tali programmi devono evidenziare gli obiettivi che si intendono perseguire, il termine entro il quale tali obiettivi devono essere raggiunti, fissato per il 31 dicembre 2013, i costi connessi e gli indicatori che consentono di misurare la validità dell’investimento proposto. Nella realizzazione, in step successivi, sono coinvolti i servizi veterinari e l’Istituto zooprofilattico delle Venezie. La Regione Veneto ha deciso di inserire, tra le aree oggetto del Piano di monitoraggio, oltre alle aree Sin di Porto Marghera-Venezia e Mardimago-Ceregnano (Rovigo) (Sin – siti di interesse nazionale che presentano fattori di rischio per la presenza di poli industriali, discariche ed altre situazioni a rischio che possono comportare evidenti risvolti sulla sicurezza alimentare) un ulteriore sito regionale corrispondente alla porzione del Lago di Garda di competenza territoriale.
Tale sito, già oggetto di Ordinanza del Ministero della Salute del 18 maggio 2012 di divieto di messa sul mercato e di commercializzazione delle anguille del Lago di Garda a causa del livello di contaminazione da Pcb diossina simili, ha evidenziato una diffusa contaminazione delle anguille con superamento dei limiti fissati dal Regolamento CE n. 1881/2006. Viene previsto inoltre che, nell’ambito del piano di monitoraggio regionale, una parte dell’attività sia destinata al campionamento dei prodotti della pesca per la ricerca di contaminanti ambientali antropici.
I dati raccolti sono oggetto di valutazioni scientifiche da parte dell’Autorità europea per la Sicurezza alimentare (Efsa), le cui conclusioni forniscono indispensabili elementi per un riesame dei limiti garantendo, in tal modo, standard di garanzia della sicurezza alimentare sempre più elevati e stringenti.
a cura di C.Fo – 12 gennaio 2013 – riproduzione risrvata