Con un comunicato durissimo il presidente Zaia e l’assessore Coletto prendono di fatto le distanze dalla linea “Chiamparino-Rossi”. “Siamo di fronte al delitto perfetto, ad una mazzata alla povera gente che non ha precedenti nella storia da parte di un Governo infido e bugiardo, che ha spergiurato per mesi di non voler tagliare la sanità ma ora raccoglie il prezzo di un tradimento. Sul Veneto e sui veneti cadranno, se va bene, 240 milioni di mannaia sui fondi dedicati alla salute. E’ una dichiarazione di guerra, alla gente anche prima che alle Regioni e come tale, sul piano politico e istituzionale la consideriamo”. E’ durissimo il commento del Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia sugli sviluppi della manovra di tagli ai bilanci delle Regioni inseriti nella legge di stabilità, dei quali si è discusso ieri in Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Entro il 21 del mese è previsto un confronto con il premier Matteo Renzi, ma sarà difficile arrivare a un’inversione di rotta.
“Dei costi standard che avrebbero fatto risparmiare 30 miliardi l’anno senza togliere nemmeno un euro alle Regioni virtuose come il Veneto – incalza il Governatore del Veneto – nemmeno l’ombra, e questo anche per il poco coraggio di più di una Regione, e così Renzi, questo Robin Hood al contrario che governa da sinistra ma colpisce i poveri cristi, tira dritto nel suo disegno perverso e rovescia letteralmente le tasche della gente, a cominciare dai meno abbienti. Sappiano che gli 80 euro al mese trionfalmente donati qualche mese fa sono già svaniti e finiranno in nuove tasse o, forse anche peggio, in minori servizi. Siamo senza parole, ma pronti a reagire duramente nei fatti”.
“Il Patto Nazionale per la Salute – aggiunge l’Assessore alla sanità Luca Coletto – non esiste più e per noi non è più vincolante. Sulla base di quell’Accordo la sanità veneta nel 2015 avrebbe dovuto ricevere circa 200 milioni in più: non sarà così, i 200 milioni sono svaniti ed è venuto fuori un ulteriore taglio di altri 40 milioni. Viene palesemente violata la Costituzione, che all’articolo 32 sancisce l’universalità delle cure sanitarie con l’obbligo di erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza. Il disegno è chiaro: far fuori le Regioni a cominciare da quelle virtuose e consegnare l’assistenza sanitaria al sistema delle assicurazioni. Chi può paga, e chi non può, affari suoi. Per dare ai veneti tutta l’assistenza che meritano – conclude Coletto – faremo i salti mortali, ma non siamo davvero mai stati così vicini al punto di non ritorno”. (Quotidiano sanità)
Sanità, il Veneto perde 240 milioni «La scure di Renzi». Coletto: «Roma mette a rischio gli ambulatori»
Michela Nicolussi Moro. Nemmeno lo scudo alzato dal ministro Beatrice Lorenzin è riuscito a difendere il Fondo sanitario nazionale dall’enorme scure imbracciata dal governo Renzi. Che ha però concesso alle Regioni di scegliere come morire, visto che la salute ne monopolizza l’80% dei bilanci. O decidono loro dove tagliare un totale di 4 miliardi di euro entro il 31 gennaio (legge di stabilità) oppure lo farà Palazzo Chigi. Infierendo su salute e trasporti. Morale: ieri a Roma la Conferenza straordinaria dei presidenti piuttosto che farsi strangolare direttamente ha dovuto ingoiare la cicuta, ovvero concentrarsi sulla sottrazione di 2,1 miliardi di euro al Fondo sanitario nazionale. Per il 2015 doveva ammontare a 112 miliardi, che scendono dunque ai 109,9 del 2014. Per il Veneto, che ha una quota di accesso dell’8% e che quest’anno avrebbe dovuto ricevere 8,8 miliardi, significa doverne perdere per strada 170. «Più altri 70, destinati ai nuovi farmaci contro l’epatite C — precisa Luca Coletto, assessore alla Sanità e coordinatore dei colleghi al tavolo nazionale —. In tutto, la nostra Regione, pur virtuosa e con i conti in ordine, si vede sottrarre 240 milioni. Il che significa azzerare il Patto per la Salute, che ci assegnava 200 milioni in più rispetto all’anno passato: a questo punto non è più vincolante. Ma viene palesemente violata anche la Costituzione, che sancisce l’universalità delle cure sanitarie con l’obbligo di erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. Il disegno è chiaro — incalza Coletto — far fuori le Regioni, a cominciare da quelle virtuose, e consegnare l’assistenza sanitaria alle assicurazioni. Chi può paga e chi non può, affari suoi. Per dare ai veneti tutta l’assistenza che meritano faremo i salti mortali, ma non siamo mai stati così vicini al punto di non ritorno».
Entro il 21 del mese è previsto un confronto con il premier Matteo Renzi, ma sarà difficile arrivare a un’inversione di rotta. «Ho chiesto di salvaguardare dai tagli alla sanità le Regioni con i costi più bassi e che hanno già razionalizzato il possibile — dice l’assessore — come il Veneto, che nonostante la stangata non toccherà i servizi al cittadino. Il governo riduca i fondi dove sussistono sacche di inefficienza tali da impedire l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, altrimenti le prossime decurtazioni infieriranno sull’attività degli ambulatori». Sulle barricate anche il governatore Luca Zaia, che parla di «dichiarazione di guerra» da parte di «un governo infido e bugiardo». «Dei costi standard, che avrebbero fatto risparmiare 30 miliardi l’anno senza togliere un euro alle Regioni virtuose, nemmeno l’ombra — attacca Zaia —. E così Renzi rovescia le tasche della gente, a cominciare dai meno abbienti. Siamo senza parole, ma pronti a reagire nei fatti». (Il Corriere del Veneto)
16 gennaio 2015