La riforma del welfare in vigore da oggi nel Regno Unito danneggerà soprattutto le fasce deboli, le famiglie povere e i disabili. A muovere l’accusa al Governo guidato da David Cameron sono i leader delle chiese cristiane del Regno Unito che accusano il governo di coalizione (conservatori e liberal-democratici) di aver incrinato alcuni dei caposaldi del Welfare State di cui il Paese era stato la culla negli anni ’40.
I cambiamenti riguardano innanzitutto i parametri necessari per avere accesso ai benefit, i sussidi sociali, a partire dal contributi erogati per la disoccupazionee gli alloggi, che diventano più restrittivi. Ma si rivedono anche sussidi per la disabilità, l’accesso ad assistenza legaleper i meno abbienti e cambiano i costi del servizio sanitario nazionale (Nhs).Il governo difende la riforma, partendo dal fatto che i taglisono necessari e che sono stati pensati ed effettuati nellamaniera più “giusta”.
La riforma, approvata l’8 marzo, punta secondo i conservatori a impedire che i “furbi” approfittino del sistema di sussidi e protezioni messo a disposizione dei più poveri. Secondo i laburisti – riferisce il Guardian – il pessimo pesce d’aprile in vigore da oggi costerà alla famiglia media britannica 900 sterline all’anno (circa mille euro), mentre secondo un’associazione a sostegno dei poveri, le tasse aumenteranno di una media di 138 di sterline all’anno (circa 163 euro) per circa 2,4 milioni di famiglie, mentre due milioni di famiglie a basso reddito pagheranno le tasse per la prima volta.
Tra le misure più controverse spicca la cosiddetta “bedroom tax” destinata a moralizzare le famiglie che hanno una stanza in più rispetto alle proprie necessità: l’eventualità riguarda circa 600 mila famiglie, che perderanno circa il 14 per cento del sussidio settimanale per la casa; il tagio sarà invece del 25 per cento se le stanze eccedenti sono due. La riforma permetterà di risparmiare 465 milioni di sterline l’anno e 660 mila persone destinatarie del sussidio perderanno una media di 728 sterline l’anno: Due terzi dei nuclei interessati hanno un disabile – fanno sapere i laburisti – e la quasi totalità delle famiglie non ha altro posto dove andare.
Cambiamenti radicali in pista anche per i Primary Care Trust – equivalenti delle Asl – che garatiscono le cure primarie e assorbono circa l’80 delle risorse disponibili: verranno sostituiti da consorzi privati di medici, infermieri e professionisti, che gestiranno il budget statale per l’acquisto di farmaci e macchinari, garantendo le cure ai pazienti nel rispetto di standard e i costi stabiliti dal sistema sanitario nazionale.
Tra i tagli in arrivo, l’assistenza legale gratuita limitata alle famiglie con un reddito inferiore a 32 mila sterline l’anno, con risparmi previsti 350 milioni ai 2,2 miliardi di sterline all’anno, destinata a ripercuotersi soprattutto su casi di divorzio, custodia dei figli, immigrazione e controversie sul lavoro e il nuovo modello di calcolo dei sussidi per i disabili, non più tarati sulla patologia ma sulle effettive conseguenze per la persona valutate con verifiche dirette. I sussidi ai disabili sarano peraltro gli unici a continuare ad essere agganciati al tasso d’inflazione: per la prima volta, invece, sussidi sociali e sgravi fiscali per il prossimo triennio saliranno al tasso fisso dell’un per cento
Sole sanità – 2 aprile 2013