Solitamente ogni norma di vita sociale ha origine dalla legge. Solo il parlamento, infatti, ha il potere di cambiare le regole della società, delegando eventualmente al governo o a un ministro il compito di attuare princìpi fissati comunque in una legge. Solitamente è così non perché sia una via tra le tante percorribili, ma perché è l’unica strada tracciata dalla Costituzione. Una strada non certo in discesa tanto che, tra dire e fare, c’è spesso un oceano di tempo di attesa.
Sarà stata questa valutazione ad aver spinto il ministro del lavoro Elsa Fornero a farsi un suo percorso per fissare le regole all’occupazione. Dopo aver testato il decreto legge (riforma pensioni) e la legge ordinaria (riforma lavoro), ora predilige il comunicato stampa: «dinanzi al fatto compiuto», avrà ragionato, «il Parlamento non si rifiuterà di approvare!». Così è stato la prima volta.
È il 5 ottobre 2012 e il ministero dà notizia del via libera al decreto sul premio di assunzione. La novità è ghiotta, ma c’è un dubbio: quale legge prevede il riconoscimento di un bonus fino a 12mila euro a chi assume giovani o donne? In realtà una legge non c’era, perché è arrivata dopo, a fine anno (legge Stabilità), e ha dovuto far salvi a posteriori gli effetti anticipati dalla Fornero.
Ora il ministro ci sta riprovando. L’11 marzo ha lanciato il comunicato che attribuisce 190 euro al mese, per un anno, a chi assume dalle liste di mobilità. Ma pure il dubbio si è ripresentato: quale legge disciplina l’agevolazione? In attesa di sapere, suggeriamo al ministro un ultimo atto di bontà: un comunicato che cancelli in un sol colpo gli esodati e i milioni di giovani disoccupati
ItaliaOggi – 2 aprile 2013