Si dice soddisfatto Matteo Renzi per le nomine appena annunciate che rispettano quell’attesa sulla presenza delle donne e sul tetto obbligatorio agli stipendi. Ed così che il premier celebra la prima tornata di rinnovi ai vertici delle aziende pubbliche sottolineando il senso del cambiamento, anche sul fronte più caldo e più delicato negli equilibri tra politica e gestione degli interessi economici dello Stato.
«Sono particolarmente soddisfatto per la forte presenza femminile, segno di un protagonismo che chiedeva da troppo tempo un pieno riconoscimento anche da parte del settore pubblico, in linea, anzi all’avanguardia, rispetto alle migliori esperienze europee ed internazionali». Sono queste le dichiarazioni che il premier rilascia a caldo mettendo l’accento anche sull’altro aspetto, forse più di sostanza e più in linea con le attese sulla spending review. «Il tetto fissato per le indennità dei Presidenti delle società, che passano in alcuni casi da cifre a molti zeri a 238mila euro annui lordi, costituisce una novità che speriamo si imponga come una best practice per tutta la P.A. e il segnale di una ritrovata sobrietà di un settore pubblico non più distante dai cittadini».
Il premier era atteso al passaggio più delicato, quello che tocca la sostanza del sistema di potere dello Stato, e riesce a dare da un lato un segno di discontinuità ma dall’altro sceglie anche la continuità, come l’ad Claudio Descalzi già in Eni da molto tempo. Dunque, un segnale doppio – rinnovamento e conferme – che rimescola i vertici delle aziende ma senza strappi traumatici e soprattutto tenendo gli occhi ai curricula dei vertici. Di loro il premier parla come «professionisti di grande qualità e riconosciuta autorevolezza che, sono sicuro, lavoreranno per raggiungere gli obiettivi strategici ambiziosi di società che rappresentano asset fondamentali per il Paese». Insomma, una partita superata nei tempi previsti che Renzi chiude nella serata di ieri poco prima dell’incontro, a Palazzo Chigi, con Silvio Berlusconi che era stato il dominus dei precedenti puzzle di nomine pubbliche. Il contrasto con Berlusconi sulle nomine nel corso dell’incontro è stato forte, ma Renzi ha ribadito: mi spiace, le nomine le fa il governo, mi assumo le mie responsabilità. Il leader Fi gli avrebbe comunque riconosciuto di aver avuto coraggio nel rinnovamento.
Ma il capitolo comunque non è del tutto chiuso. Si aspetta di vedere quale sarà il “sostituto” di Moretti alle Fs e se davvero dopo le elezioni di maggio toccherà alla Rai.
Il Sole 24 Ore – 15 aprile 2014