Sette voti in più per il più classico degli sgambetti da scrutinio segreto. Passa a sorpresa l’emendamento del leghista Gianluca Pini alla legge Comunitaria che riscrive (irrigidendola) la disciplina della responsabilità civile dei magistrati dell’88, prevedendone una forma diretta, cioè a carico dei giudici e non dello Stato. Sì di 187 deputati contro 180. Esultano i leghisti e con loro Forza Italia, che parla di provvedimento «giusto e legittimo».
Ma si apre un caso anche dentro il Pd: sarebbero stati una cinquantina i democratici che hanno votato a favore. Il solo renziano (ed ex radicale) Roberto Giachetti utilizza Twitter per ammetterlo. Ma proprio i vertici Pd annunciano l’immediata correzione al Senato. Il M5s si astiene e canta a sua volta vittoria. «Un fatto grave», reagisce il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, sottolineando che «in un momento che vede la magistratura impegnata nel contrasto alla corruzione, questa norma costituisce un grave indebolimento». Dalla Cina il premier Renzi minimizza: «Tecnicamente parlando, è quella che si può definire una tempesta in un bicchier d’acqua». Non minimizza il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «La tutela dell’indipendenza assicurata al giudice non rappresenta un mero privilegio». Per il ministro della Giustizia Andrea Orlando «è un pasticcio, va corretto». Ora la palla passa al Senato.
Repubblica – 12 giugno 2014