Ricerca. Le aragoste soffrono. Nasce il dibattito tra chef
L’esperimento sui granchi consisteva in questo: i biologi li hanno sottoposti a scariche elettriche. Dopo la prima, i crostacei cercavano di nascondersi. Conclusione: provano dolore. Quelli che finora sono stati considerati movimenti riflessi e automatici sarebbero invece vere e proprie espressioni di sofferenza. La ricerca, condotta dai biologi Elwood e Barry Magee e dall’irlandese Queen’s School of Biological Sciences, è stata pubblicata sul Journal of Experimental Biology.
Gli esperimenti forniscono la conferma definitiva di quanto era stato osservato in gamberi e paguri. Adesso i ricercatori hanno osservato il comportamento di granchi comuni. «L’esperimento — ha chiarito Elwood — è stato progettato in modo da poter distinguere chiaramente le reazioni dovute al dolore da quelle generate da un movimento riflesso chiamato nocicezione». Quest’ultima è una reazione generata dalle terminazioni nervose periferiche. A questo punto i ricercatori hanno lanciato un vero e proprio appello agli chef. «Contrariamente a quanto avviene per i mammiferi — conclude Elwood — per granchi e aragoste non viene adottata alcuna forma di protezione nella convinzione che non soffrano». Uno chef d’eccellenza come Heinz Beck è pronto a cambiare: «Ho sempre saputo che immergendo in acqua bollente dalla testa un’aragosta non sente dolore. Se non va bene quanto da sempre insegnato nelle scuole di cucina, aspettiamo indicazioni su metodi indolori».
Corriere della Sera – 17 gennaio 2013