«Gravi carenze» e «analisi insufficienti»: la commissione parlamentare di inchiesta sul riciclaggio dei rifiuti punta il dito contro l’Arpav. L’azienda regionale, nelle 400 e più pagine della relazione che sarà discussa il 12 settembre, finisce sotto accusa per le mancanze nei controlli ambientali, giustificate con la scarsità di personale: «L’Arpav effettua carotaggi casuali e insufficienti, ponendosi al di fuori dei parametri.
Al dibattimento poi le difese sostengono che, secondo la migliore scienza, è necessario eseguire almeno 44 carotaggi, con la conseguenza che gli accertamenti dell’Arpav vengono ritenuti insufficienti per l’affermazione di responsabilità dell’imputato». È uno dei motivi per cui, secondo i parlamentari, il fenomeno del traffico illecito dei rifiuti è «endemico», come spiega il deputato padovano del Pd Alessandro Naccarato. «La conclusione della relazione – spiega l’esponente dem – è che manca un piano regionale di interventi per bonificare i siti inquinati in Veneto che sono 485». Diversi sono i casi di cronaca ricordati nella relazione: dall’incendio di 38 cassonetti a Feltre nel 2013, alla discarica di Pescantina nel Veronese, ai casi Pfas e della Valdastico Sud. C’è poi la vicenda del gruppo Rossato, che operava
tra Padova e Venezia e, secondo la commissione, «ha avuto il ruolo di una sorta di anomala “stazione appaltante” a beneficio della ndrangheta. Nel Padovano sotto osservazione la vicenda di PadovaTre (società con 30 milioni di buto) e l’annullamento del bando di gara di Etra.(c.mal.)
Il Mattino di Padova – 6 settembre 2016