Approvato un anno fa. La trattativa con i medici di base ha dato il “la” a un confronto politico. Ruffato: «La commissione consiliare verifichi l´attuazione del Piano»
Esplode a livello politico in Regione il caso del Piano socio-sanitario, la riforma della sanità veneta che è stata approvata dal Consiglio regionale un anno fa ma non è mai arrivata ad applicazione. Il “destro” per accendere la miccia l´hanno offerto i pensionati del lavoro autonomo del Veneto (Cupla), arrivati in Consiglio regionale per protestare per lo stallo sulle aggregazioni tra medici nel territorio: come noto, è convocata per domani una nuova trattativa tra Regione e sindacati dei medici di base, con la prospettiva che slitti al 2016 – secondo un comunicato diffuso dal Consiglio regionale – il termine entro cui la gran parte dei medici si organizzerà appunto “in gruppo”.
LA RISPOSTA DI COLETTO. Al Cupla ha risposto con una nota l´assessore alla sanità Luca Coletto, sostenendo che la preoccupazione espressa per i rinvii «è anche la nostra», ma che si tratta di riorganizzare medicina territoriale, attività dei medici e assistenza extraospedaliera: «Siamo al lavoro da mesi», ma «abbiamo voluto mettere a posto tutte le caselle di un puzzle assai complesso, che è oramai prossimo ad essere composto. Fare presto spesso è in contrasto con il fare bene e noi non vogliamo commettere errori». Insomma, ci vuole ancora tempo.
LA SCOSSA DI RUFFATO. Ma la questione di fondo è un´altra: è tutta o quasi l´applicazione del Piano socio-sanitario che resta nei cassetti della Giunta Zaia. E il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato ha colto al volo l´occasione per tirare per la giacca Coletto. «Invito la commissione “Sanità” a verificare a tutto campo l’applicazione del Piano e il rispetto delle scadenze previste dalla legge», ha scandito davanti a presidente e vicepresidente della commissione, Leonardo Padrin (Pdl) e Claudio Sinigaglia (Pd).
«Il Piano non è fatto solo di schede ospedaliere ma prevede una riorganizzazione della rete sanitaria e assistenziale, come della medicina di base, che ne costituiscano il prioritario presupposto per ridisegnare la mappa degli ospedali».
LA MOSSA DI PADRIN. «Già dal 6 giugno la commissione darà avvio alla ricognizione sull´attuazione effettiva della legge più importante prodotta dal Consiglio per i veneti – ha replicato Padrin – Gli indirizzi dati dal Consiglio non possono essere disattesi dalla Giunta». E Padrin è stato di parola: ieri ha spedito una lettera all´assessore Coletto, al suo collega alle politiche sociali Remo Sernagiotto e al segretario regionale alla sanità e al sociale Domenico Mantoan. Padrin chiede «una verifica a tutto campo» sullo stato di attuazione del Piano sociosanitario del Veneto e invita assessori e dirigente a riferire sulle scadenze previste dal Piano e ai provvedimenti che la Giunta deve adottare «previo parere e d´intesa con la commissione».
NON C´È PIÙ SCUSA. Ai due assessori, Padrin chiede anche «a che punto sono i provvedimenti attuativi di competenza della Giunta nei settori dell´assistenza territoriale, dell´assistenza ospedaliera, del settore socio-sanitario e delle reti assistenziali. Ormai – puntualizza – non pende più alcun ricorso di fronte alla Corte costituzionale, che peraltro non ha mai impedito la piena operatività del Piano sociosanitario, visto che il Governo non ha mai chiesto la sospensiva». Da parte sua Coletto aveva già risposto con la nota al Cupla: «Di sicuro non è stato perso nemmeno un minuto, pur a fronte delle difficoltà che il nuovo Piano ha avuto come l´impugnazione, ora risolta positivamente, da parte del Governo, e non uno sarà perso da qui in avanti». Il confronto tra “frenatori” e “applicatori” della riforma, insomma, ora sarà campo aperto
Il Giornale di Vicenza – 30 maggio 2013