Laurea abilitante. Questo è l’obiettivo dei medici per ridurre i tempi di ingresso nella professione. Mentre il pianeta dei tecnici della sanità inizia in questi giorni il percorso per delineare il nuovo super-Ordine e istituire i 19 Albi, i medici sono alle prese con la riforma dell’esame di Stato. Il traguardo di breve periodo è lo svolgimento del tirocinio prima della laurea e la revisione della batteria di test da sottoporre durante le prove di abilitazione.
Nel medio-lungo periodo si punta, però, a fare in modo che la sessione di laurea diventi anche il momento in cui il medico conquista il via libera per iniziare a lavorare. «Un percorso più complesso e che, dunque, richiede maggior tempo, ma a cui stiamo lavorando», commenta Roberto Stella, coordinatore area strategica formazione della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri).
Il passaggio intermedio che può rappresentare il viatico per la laurea abilitante è, invece, a portata di mano. Il tavolo tecnico tra ministero dell’Istruzione e Fnomceo ha prodotto uno schema di decreto che a inizio aprile ha ricevuto il via libera (con osservazioni) del Consiglio di Stato. «E ora si entra nella fase conclusiva», sottolinea Stella.
La riforma dell’esame di Stato si articola in due momenti. Il primo è l’anticipo del tirocinio pratico-valutativo di tre mesi – che ora si svolge una volta conseguita la laurea – a prima della fine degli studi. Una novità su cui il Consiglio di Stato ha, però, avuto da ridire, sostenendo che «la peculiarità della professione medica rende più che plausibile l’espletamento del tirocinio dopo il conseguimento della laurea».
Va, inoltre, considerato che con l’anticipo «si rischia di creare sovrapposizioni con la normale attività teorico-pratica degli studenti, nonché di rendere comunque l’esame di abilitazione, seppur attualmente non connotato da particolare selettività, una prova essenzialmente teorica ed incentrata esclusivamente sul superamento di test». Per i giudici amministrativi sarebbe, dunque, opportuno legare il periodo del tirocinio prima della laurea non solo all’iscrizione dello studente agli ultimi anni di corso (il quinto o il sesto anno), ma anche «alla circostanza che siano stati sostenuti positivamente gli esami fondamentali (da individuare da parte del ministero)» previsti per quelle annualità.
L’altro momento della riforma è la revisione dei test: si tratterebbe di 200 quesiti a risposta multipla predisposti di volta in volta da una commissione nazionale di esperti e inseriti in una nuova banca dati. Anche questo passaggio non ha convinto del tutto il Consiglio di Stato, che ha paventato un aumento delle possibilità di errore nella predisposizione dei test e, dunque, una crescita del contenzioso.
Le osservazioni di Palazzo Spada non dovrebbero, però, rallentare più di tanto l’iter del decreto. «La finalità – commenta Stella – resta quella di sveltire l’iter di accesso alla professione, che si ottiene anche aumentando da due a tre le sessioni dell’esame di Stato, che ora sono due. Con la laurea abilitante, invece, tutti questi passaggi, quello pratico e quello teorico dei test, saranno spalmati lungo il percorso di studi. Dunque, ci sarà da rivedere anche quest’ultimo». Ecco perché non è affare di domani, ma i medici sono convinti ci si arriverà.
Antonello Cherchi – Il Sole 24 Ore – 23 aprile 2018
Laurea abilitante. Questo è l’obiettivo dei medici per ridurre i tempi di ingresso nella professione. Mentre il pianeta dei tecnici della sanità inizia in questi giorni il percorso per delineare il nuovo super-Ordine e istituire i 19 Albi, i medici sono alle prese con la riforma dell’esame di Stato. Il traguardo di breve periodo è lo svolgimento del tirocinio prima della laurea e la revisione della batteria di test da sottoporre durante le prove di abilitazione.
Nel medio-lungo periodo si punta, però, a fare in modo che la sessione di laurea diventi anche il momento in cui il medico conquista il via libera per iniziare a lavorare. «Un percorso più complesso e che, dunque, richiede maggior tempo, ma a cui stiamo lavorando», commenta Roberto Stella, coordinatore area strategica formazione della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri).
Il passaggio intermedio che può rappresentare il viatico per la laurea abilitante è, invece, a portata di mano. Il tavolo tecnico tra ministero dell’Istruzione e Fnomceo ha prodotto uno schema di decreto che a inizio aprile ha ricevuto il via libera (con osservazioni) del Consiglio di Stato. «E ora si entra nella fase conclusiva», sottolinea Stella.
La riforma dell’esame di Stato si articola in due momenti. Il primo è l’anticipo del tirocinio pratico-valutativo di tre mesi – che ora si svolge una volta conseguita la laurea – a prima della fine degli studi. Una novità su cui il Consiglio di Stato ha, però, avuto da ridire, sostenendo che «la peculiarità della professione medica rende più che plausibile l’espletamento del tirocinio dopo il conseguimento della laurea».
Va, inoltre, considerato che con l’anticipo «si rischia di creare sovrapposizioni con la normale attività teorico-pratica degli studenti, nonché di rendere comunque l’esame di abilitazione, seppur attualmente non connotato da particolare selettività, una prova essenzialmente teorica ed incentrata esclusivamente sul superamento di test». Per i giudici amministrativi sarebbe, dunque, opportuno legare il periodo del tirocinio prima della laurea non solo all’iscrizione dello studente agli ultimi anni di corso (il quinto o il sesto anno), ma anche «alla circostanza che siano stati sostenuti positivamente gli esami fondamentali (da individuare da parte del ministero)» previsti per quelle annualità.
L’altro momento della riforma è la revisione dei test: si tratterebbe di 200 quesiti a risposta multipla predisposti di volta in volta da una commissione nazionale di esperti e inseriti in una nuova banca dati. Anche questo passaggio non ha convinto del tutto il Consiglio di Stato, che ha paventato un aumento delle possibilità di errore nella predisposizione dei test e, dunque, una crescita del contenzioso.
Le osservazioni di Palazzo Spada non dovrebbero, però, rallentare più di tanto l’iter del decreto. «La finalità – commenta Stella – resta quella di sveltire l’iter di accesso alla professione, che si ottiene anche aumentando da due a tre le sessioni dell’esame di Stato, che ora sono due. Con la laurea abilitante, invece, tutti questi passaggi, quello pratico e quello teorico dei test, saranno spalmati lungo il percorso di studi. Dunque, ci sarà da rivedere anche quest’ultimo». Ecco perché non è affare di domani, ma i medici sono convinti ci si arriverà.
Antonello Cherchi – Il Sole 24 Ore – 23 aprile 2018