Dopo l’introduzione della riforma del lavoro targata Elsa Fornero, nel periodo che va da luglio a novembre 2012, i contratti a progetto e a chiamata sono diminuiti a vantaggio di quelli a tempo determinato, anche di brevissima durata.
«Volevamo contrastare l’uso disinvolto di un certo tipo di flessibilità, mentre la flessibilità buona va bene», ha detto il ministro del Lavoro, che ieri a Roma, presentando i dati dell’Isfol, si è definita «moderatamente soddisfatta»: «Se avessi avuto le risorse per tagliare i costi del lavoro sarei stata soddisfatta». In un contesto che vede un calo di nuove assunzioni (oltre 100 mila nuovi contratti in meno), l’uso dei co.co.pro. è sceso del 30% (20 mila in meno). L’incidenza dei contratti a termine sulle nuove assunzioni passa dal 63,1% al 65,8%, mentre il peso del contratto a progetto dall’8% al 6,2%.
Corriere della Sera – 14 marzo 2013