La Ragioneria ha bollinato il secondo decreto attuativo del Jobs act (quello sulla Naspi e i nuovi ammortizzatori sociali) ieri nel tardo pomeriggio, dopo aver licenziato il primo (sul contratto a tutele crescenti) solo alla fine della scorsa settimana. A quasi venti giorni dal loro varo nel Consiglio dei ministri della vigilia di Natale dunque, i due testi saranno trasmessi alle Camere solo oggi. Le commissioni competenti avranno poi trenta giorni per esprimere un parere consultivo. E benché il governo si dica disponibile ad accogliere le osservazioni del Parlamento, lo spazio per realistici cambi in corsa del testo è quasi nullo.
Il ritardo, dovuto a una lunga discussione tra Palazzo Chigi e Ragioneria sulle risorse a copertura dei tre nuovi ammortizzatori sociali, si è chiuso con una soluzione classica: l’impegno politico, non scritto, dell’esecutivo a trovare nella Finanziaria del 2016 i denari che mancano per finanziare Naspi, Asdi e Discoll nel 2017, al momento quantificati in 300-400 milioni in più rispetto ai 2 miliardi stanziati. Se ciò non avvenisse però, la durata della Naspi scenderebbe da 24 a 18 mesi dal 2017 e il suo potenziale innovativo ammortizzatore universale e più lungo dell’attuale – si smonterebbe.
Limature tecniche a parte, i due testi si differenziano da quelli approvati il 24 dicembre per il contratto di ricollocazione, posto all’articolo 11 del decreto sul contratto a tutele crescenti, ora spostato nell’altro decreto sulla Naspi. E questo perché la sua specifica approvazione – al vaglio non solo delle Camere, ma anche della Conferenza Stato- Regioni – avrebbe rallentato l’iter del decreto sul nuovo contratto. Iter che il premier Renzi vuole il più spedito possibile, visto che molte aziende attendono l’entrata in vigore della riforma del lavoro per procedere con nuove assunzioni a tempo indeterminato, come ha fatto capire ieri Marchionne con Fiat.
Per i nuovi ammortizzatori sociali c’è invece più tempo. Naspi e Asdi (l’assegno di disoccupazione che spetta a quanti hanno terminato la Naspi senza trovare lavoro e in forte difficoltà economica) partono dal primo maggio. Discoll, il sussidio per i cocopro, doveva essere già operativo, ma sarà pagato solo tra qualche mese, dopo l’approvazione del decreto. Il diritto all’assegno maturerà però dal primo gennaio.
Repubblica – 13 gennaio 2015