I partiti di maggioranza hanno confermato ieri la fiducia, ma già pensano alle modifiche da introdurre al Ddl, avendo incassato l’impegno del premier Monti ad intervenire «tempestivamente» per sciogliere i nodi ancora aperti.
Se le correzioni proposte dal Pdl riguardano l’allentamento dei vincoli sulla flessibilità in entrata – oggetto di critiche delle imprese – le modifiche richieste dal Pd riguardano l’estensione della copertura degli ammortizzatori sociali e l’ampliamento della platea di lavoratori “esodati” da salvaguardare, temi cari al fronte sindacale.
Chiusa una partita, insomma, se ne riapre subito un’altra, visto che i partiti non sono insensibili alle critiche mosse dalle parti sociali alla riforma Fornero. Critiche ribadite ieri dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: «Non é ancora pace fatta con il ministro Fornero – ha detto a Focus economia su Radio 24 -.
La riforma del mercato del lavoro non ha migliorato la flessibilità in uscita, se non solo marginalmente, e ha peggiorato la flessibilità in entrata. Quindi se deve essere approvato il 28 giugno mi sta bene, ma poi dovremo mettere mano sicuramente a una revisione». Quanto alla sentenza che impone alla Fiat di assumere anche gli iscritti alla Fiom a Pomigliano, Squinzi premette «sono laureato in chimica industriale, non sono un avvocato» e aggiunge: «Ho sempre gestito le mie aziende senza fare riduzioni di personale e senza cassa integrazione. Non sono certamente qualificato ad esprimere giudizi».
Ma vediamo più nel dettaglio le correzioni proposte dai partiti della maggioranza. Il documento consegnato dal relatore del Pdl, Giuliano Cazzola, al ministro Fornero prevede di rafforzare le norme sulla detassazione dei premi di produttività, tornando alla situazione ante legge di stabilità che ha ridotto soglie e importi. Sulla somministrazione a tempo indeterminato, propone di far cadere il vincolo dei 36 mesi e il cosiddetto “causalone”. Sui contratti a termine la proposta è di accorciare il periodo intercorrente tra un contratto e l’altro (innalzato dal Ddl a 60 e 90 giorni) nel lavoro stagionale e turistico. Per il Pdl, inoltre, bisogna adottare criteri più adeguati per l’individuazione delle partite Iva virtuose: «Come è adesso la norma – spiega Cazzola – il soggetto rischia, a seconda del reddito dell’anno in corso, di essere considerato virtuoso un anno e non virtuoso l’anno successivo». Il Pdl propone, inoltre, di non computare nel vincolo del 50% di stabilizzazioni l’apprendistato di primo livello legato al diploma di qualifica, di ripristinare il contratto di inserimento e le agevolazioni per le assunzioni di lavoratori svantaggiati.
Per il Pd, il relatore Cesare Damiano considera una priorità la soluzione al problema degli esodati che rischiano di restare senza stipendio e senza pensione, a causa della riforma previdenziale del ministro Fornero: «Il premier Monti ha confermato in Aula il suo impegno ad affrontare tempestivamente il tema degli esodati» afferma Damiano. La soluzione può essere trovata nell’ambito della proposta di legge unitaria di cui lo steso Damiano è primo firmatario, depositata in Commissione lavoro: «Non facciamo numeri – aggiunge – individuiamo criteri per una rapida soluzione del problema». Per il Pd va rinviato di un anno l’avvio del nuovo sistema di ammortizzatori dell’Aspi – rispetto al 2013 indicato dal Ddl – a causa del protrarsi della crisi economica.
Per i giovani il Pd chiede di migliorare la mini Aspi, rendere più facile l’accesso al bonus precari per un lavoratore a progetto licenziato, affrontare il tema dei contributi figurativi dei lavoratori stagionali che altrimenti avranno pensioni più basse e per le partite Iva autentiche non innalzare i contributi previdenziali dal 27 al 33%. «Queste correzioni per essere tempestive – afferma Damiano – dovranno essere affrontate immediatamente anche con un decreto specifico o con il primo provvedimento utile».
Il Sole 24 Ore – 27 giugno 2012