Il Senato è pronto a dare l’ultimo via libera alla Delega sulla Pa. La commissione Affari Costituzionali del Senato ha licenziato senza modifiche il testo della Riforma approvato in seconda lettura dalla Camera dei deputati e lunedì 3 agosto la Delega sarà in Aula per ottenere la terza lettura parlamentare. L’obiettivo è di chiudere la partita la settimana prossima prima della pausa estiva dei lavori parlamentari. Poi, appunto, si apre la fase attuativa. Sulla rampa di lancio c’è una batteria di una quindicina di decreti. I primi arriveranno in Consiglio dei ministri subito dopo la ripresa dalla pausa estiva La ministra per la Semplificazione e la Pa, Marianna Madia, ha parlato di “due pacchetti” in linea di principio: dapprima con tutte le misure antiburocrazia e a seguire gli interventi per il dimagrimento della macchina pubblica, basti pensare al taglio delle municipalizzate o alla riorganizzazione degli uffici territoriali di governo.
Solo in ultima battuta il decreto delegato (probabilmente unico) per la riforma della dirigenza e la stesura del nuovo testo unico sul pubblico impiego
Conto alla rovescia, finalmente, per le prime norme autoapplicative della delega Pa che la settimana prossima dovrebbe essere approvata in via definitiva dal Senato.
Non appena verrà pubblicata la legge arriva qualche certezze in più per cittadini o imprese che hanno avviato attività con la segnalazione certificata: le amministrazioni competenti potranno vietare la prosecuzione del cantiere non oltre i 60 giorni dall’invio della Scia in caso di carenza dei requisiti. E l’intervento in autotutela dovrà essere motivato e limitato a situazioni particolari. Novità immediate anche con il nuovo silenzio-assenso per i procedimenti che coinvolgono più enti: entro 30 giorni una decisione amministrativa diventa efficace se nessuno degli altri soggetti coinvolti nel “concerto” motivi il suo dissenso. Serviranno i tempi dei decreti delegati, invece, per vedere l’efficacia delle norme principali della riforma della Pubblica amministrazione.
Dopo il via libera di ieri della commissione Affari Costituzionali del Senato manca solo l’ultimo si dell’Aula alla terza lettura senza modifiche. Poi, appunto, si apre la fase attuativa. Sulla rampa di lancio c’è una batteria di una quindicina di decreti. I primi arriveranno in Consiglio dei ministri subito dopo la ripresa dalla pausa estiva La ministra per la Semplificazione e la Pa, Marianna Madia, ha parlato di “due pacchetti” in linea di principio: dapprima con tutte le misure antiburocrazia e a seguire gli interventi per il dimagrimento della macchina pubblica, basti pensare al taglio delle municipalizzate o alla riorganizzazione degli uffici territoriali di governo.
Solo in ultima battuta il decreto delegato (probabilmente unico) per la riforma della dirigenza e la stesura del nuovo testo unico sul pubblico impiego. Sul fatto che settimana prossima si accenderà la luce verde del voto definitivo sulla delega s’è espresso ieri anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Tra le misure attese dal mondo delle imprese c’è, tra l’altro, il regolamento di delegificazione che dovrà dimezzare i tempi dei procedimenti di autorizzazione per grandi opere o grandi insediamenti produttivi.
Ma il fronte Pa non si esaurisce qui: tiene ancora banco il riordino delle Province, con la Corte dei Conti che torna a lanciare l’allarme sulle risorse. Budget che rischiano di non essere sufficienti per «garantire servizi di primaria importanza». Madia comunque assicura la continuità delle funzioni, che dovranno passare alle Regioni. C’è tuttavia una questione di tempi da rispettare e la ministra auspica che «siano approvate al più presto» le leggi regionali per il trasferimento delle competenze, mentre i sindacati del pubblico impiego incalzano, chiedendo nella legge di Stabilità di ridurre il prelievo (sei miliardi tra il 2015 e il 2017). Sulla stessa linea l’Upi: «Ci sembra che si sia finalmente arrivati a una nuova consapevolezza – afferma il presidente Achille Variati -. Le risposte ai dubbi sulle criticità sollevate nella relazione dovranno essere trovate nella prossima manovra». Ieri intanto il Consiglio dei ministri ha confermato Sergio Gasparrini in qualità di presidente dell’Aran, Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni.
Riforma Pa, la nota di lettura di Palazzo Madama
Il Sole 24 Ore – 1 agosto 2015