L’emendamento del relatore modifica l’articolo 3 del disegno di legge, prevedendo che il termine entro il quale le amministrazioni competenti anche in materia di tutela della salute comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta è di 90 giorni e non più di 60 come inizialmente previsto. Decorsi i termini l’assenso si intende acquisito.Nella giornata di ieri l’Aula di Montecitorio ha approvato un emendamento del relatore (proposta emendativa 3.500) che modifica l’articolo 3 in tema di silenzio assenso tra amministrazioni pubbliche e tra amministrazioni pubbliche e gestori di beni o servizi pubblici. Sul silenzio-assenso le polemiche non sono mancate. Il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, ha detto che «il silenzio assenso è un istituto che fa obiettivamente paura e che va utilizzato considerando su che cosa opera» aggiungendo che è «difficile» utilizzarlo per una serie di autorizzazioni «soprattutto sulle questioni ambientali». Il testo
Nell’articolo 3 della riforma della PA, al comma 1, si spiega che, nei casi in cui è prevista l’acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni pubbliche e di gestori di beni o servizi pubblici, per l’adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza di altre amministrazioni pubbliche, le amministrazioni o i gestori competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta entro 30 giorni dal ricevimento dello schema di provvedimento, corredato della relativa documentazione, da parte dell’amministrazione procedente. Il termine viene interrotto qualora l’amministrazione o il gestore che deve rendere il proprio assenso, concerto o nulla osta rappresenti esigenze istruttorie o richieste di modifica, motivate e formulate in modo puntuale nel termine stesso. In tal caso, l’assenso, il concerto o il nulla osta è reso nei successivi 30 giorni dalla ricezione degli elementi istruttori o dello schema di provvedimento. Al di fuori di questi casi, non sono ammesse ulteriori interruzioni di termini.
Il comma 2 prosegue spiegando che, “decorsi i termini di cui al comma 1 senza che sia stato comunicato l’assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito. In caso di mancato accordo tra le amministrazioni statali coinvolte nei procedimenti di cui al comma 1, il Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, decide sulle modifiche da apportare allo schema di provvedimento”.
Queste disposizioni, si spiega nel testo, si applicano anche ai casi in cui è prevista l’acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, per l’adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza di amministrazioni pubbliche. E qui interviene l’emendamento del relatore approvato ieri: il termine entro il quale le amministrazioni competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta è di 90 giorni – e non più di 60 come inizialmente previsto – dal ricevimento della richiesta da parte dell’amministrazione procedente. Decorsi i suddetti termini senza che sia stato comunicato l’assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito. (QS – 15 luglio 2015)
Riforma Pa. Uffici di Governo e Ministeri, sì al dimagrimento
Funzioni antincendio dai Forestali ai vigili del fuoco e silenzio-assenso: è polemica. Oggi si vota sulla dirigenza
Marco Rogari. Cura dimagrante per gli uffici “periferici” dello Stato, a cominciare dalle Prefetture con la nascita del nuovo Ufficio territoriale unico. Riorganizzazione dei ministeri in chiave flessibile partendo dalle strutture interne. Nuovi poteri di controllo alla Presidenza del consiglio, in primis sulle Agenzie fiscali e sulle nomine dei manager pubblici. Passaggio del Pra al ministero dei Trasporti da cui dipende la Motorizzazione civile. Riforma delle capitanerie di Porto e interventi sul Coni. Possibilità di soppressione degli uffici delle Authority “doppioni” di uffici ministeriali, livellamento degli stipendi dei dipendenti delle stesse Autorità garanti che dovranno adottare criteri omogenei per il finanziamento. Sono i cardini dell’articolo 7 del Ddl delega Pa approvato ieri dall’Assemblea della Camera nella versione corretta dopo il passaggio del testo in commissione e in Aula. Un restyling con cui è stato chiarito che i mezzi, le risorse e il personale del Corpo forestale con funzioni anti-incendio passeranno sotto i Vigili del fuoco mentre il grosso dei forestali sarà assorbito in un’altra forza di polizia, probabilmente i carabinieri.
Il silenzio della pubblica amministrazione è un comportamento omissivo dell’amministrazione di fronte a un dovere di provvedere, di emanare un atto e di concludere il procedimento con l’adozione di un provvedimento entro un termine prestabilito (art. 2, co. 1 e 5, 20, l. n. 241/1990
La decisione di far scattare l’assorbimento dei forestali in un’altra forza di polizia (e per una piccola parte nei Vigili del fuoco) ha scatenato nuove polemiche in Aula delle delle opposizioni, soprattutto da parte del M5S («consegna di tutto il Paese alle ecomafie»), con Beppe Grillo che ha definito l’addio al Corpo forestale un «piano criminale». Anche i sindacati sono in fermento: «Si tratta di un duro colpo», afferma il Sapaf. Voci allarmate pure dall’Esecutivo, con il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, che ha definito «inaccettabile» una situazione che vede il riordino delle forze di polizia «tralasciando analoghe esigenze delle Forza armate».
Polemiche che sono proseguite anche sull’adozione del meccanismo del silenzio-assenso per le procedure riguardanti la tutela dei beni ambientali. Il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, parlando in commissione Ambiente alla Camera ha detto che «il silenzio assenso è un istituto che fa obiettivamente paura e che va utilizzato considerando su che cosa opera» aggiungendo che è «difficile» utilizzarlo per una serie di autorizzazioni «soprattutto sulle questioni ambientali». E un no al silenzio-assenso per le Soprintendenze è arrivato anche da Italia nostra. La Camera, tra l’altro, ha approvato un emendamento che estende il limite di 18 mesi per l’annullamento d’ufficio di un atto anche ai provvedimenti frutto del silenzio-assenso.
Ma il Governo ha difeso a spada tratta le misure adottate. Sul nodo forestali, il ministro della Pa, Marianna Madia, ha detto che la «razionalizzazione delle catene di comando libera più risorse per fare quei controlli ambientali che tutti vogliamo» e ha aggiunto che «la specialità del Corpo forestale dello Stato è rafforzata», dal testo della riforma. Una riforma che per il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, è «un’occasione vera per il rafforzamento delle attività di tutela ambientale e agroalimentare che il Corpo forestale garantisce in tutto il parare». Proprio sul versante forestali, la Camera ha approvato un emendamento presentato da Forza Italia che prevede che dopo l’assorbimento in un’altra forza di polizia, il personale tecnico della Forestale dovrà svolgere funzioni di Ispettore fitosanitario.
Tensioni potrebbero esserci anche oggi quando si arriverà a votare l’articolo della dirigenza. Il relatore Ernesto Carbone (Pd), ha presentato un ultimo ritocco con cui si precisa che dal nuovo ruolo unico oltre ai prefetti e ai diplomatici saranno esclusi anche i dirigenti dei Vigili del fuoco e della polizia penitenziaria. Tra gli emendamenti del relatore approvati, c’è quello che prevede che il Freedom of information act (Foia) italiano non si applicherà ai documenti segretari o per i quali è vietata la divulgazione. Il via libera della Camera alla riforma Pa è atteso tra questa notte e domani mattina, ma non è escluso che si arrivi a martedì.
Il Sole 24 Ore – 16 luglio 2015