«Inaccettabile», «Un sopruso». I sindacati dicono no ai possibili interventi del governo Monti sulle pensioni, di cui alcuni dettagli sono apparsi sugli organi di stampa.
Nel mirino, in particolare, l’ipotesi di innalzare la soglia di uscita dal lavoro da 40 a 41-43 anni di contribuzione.
CAMUSSO (CGIL): «L’ESECUTIVO CONVOCHI LE PARTI» – «Il Governo deve sapere che 40 è un numero magico e intoccabile e mi pare che questo sia esaustivo della discussione» attacca il segretario della Cgil Susanna Camusso, facendo capire che la Cgil non intende mettere in discussione il limite dei 40 anni di contributi per le pensioni di anzianità. Tuttavia, precisa, «si rischia di continuare a commentare indiscrezioni e indicazioni. Credo che sia giunta l’ora che il Governo chiami le parti e ponga il tema di quali scelte intende fare e come intende discuterne». Ad oggi comunque, ha chiarito, dal Governo non è arrivata «nessuna convocazione» alle parti sociali per discutere la questione delle pensioni. Già in precedenza, Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil con delega al Welfare e alla previdenza, aveva detto: «Se fossero vere le notizie anticipate dalla stampa riguardo alle misure sulle pensioni ci troveremmo di fronte a provvedimenti inaccettabili».
ANGELETTI (UIL): «UN SOPRUSO» – Protesta anche la Uil. Portare a 43 gli anni di contribuzione necessari per accedere alla pensione «sarebbe un sopruso. Già riteniamo ingiusta la finestra dei 40 anni attualmente prevista. I lavoratori non avrebbero nessun aumento alla pensione; lavorerebbero gratis. È un obolo, una donazione alle casse pubbliche» attacca il segretario generale, Luigi Angeletti, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle ipotesi di modifica del sistema previdenziale.
ALTRI INTERVENTI- Secondo alcuni report di stampa, inoltre, il governo starebbe studiando il blocco, totale o parziale, di almeno un anno, del recupero dell’inflazione sui trattamenti. Tale misura dovrebbe già essere inserita nel decreto che il governo varerà il 5 dicembre. Un punto, quest’ultimo, su cui si leva anche la voce della Cisl. «Diciamo un no deciso all’ipotesi di un blocco totale del recupero dell’inflazione per le pensioni che il governo vorrebbe attuare nel 2012» chiarisce il segretario generale della Fnp Cisl, Gigi Bonfanti. Sia Cisl che Cgil, sottolineano infine la necessità che il governo intervenga sul sistema previdenziale in base a un principio di equità.
Corriere.it – 30 novembre 2011