È in dirittura d’arrivo l’esame della riforma sanitaria in quinta commissione regionale. Nella seduta-fiume di ieri l’approvazione è arrivata a tre quarti del testo, sicché per martedì prossimo è previsto il licenziamento. «Di questo passo a metà giugno saremo in aula», annuncia il leghista Nicola Finco. Ricucito lo strappo, la maggioranza ha fatto muro alle perplessità dell’opposizione.
Dopo l’approvazione dell’Azienda Zero e del commissario per i primi 12-24 mesi (la nuova governance di gestione delle attività extra-sanitarie) ieri i commissari hanno dato il via libera anche all’accorpamento delle Ulss: dalle 21 attuali alle 9 future, ovvero una per ciascuna provincia più quelle di Bassano e del Veneto Orientale. La proposta, illustrata dal presidente leghista Fabrizio Boron, è passata con i voti della maggioranza Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia-Indipendenza Veneta, contrari Pd, M5S e tosiani con critiche espresse in particolare dal dem Claudio Sinigaglia che ha illustrato le controproposte del suo gruppo. Il confronto, inizialmente aspro, ha trovato momenti di convergenza su alcuni punti esaurendo quasi completamente la discussione sul progetto di legge 23 che ha come primo firmatario Luca Zaia. Il voto finale sul testo è previsto martedì, poi la discussione si sposterà in aula. Critici Sinigaglia e Bruno Pigozzo (Pd): «Un mostro di centralismo, non a servizio delle Usl ma per complicare la loro attività, ad esempio con l’ispettivo della giunta che sarà un doppione di quello del consiglio».
27 maggio 2016