Settimana decisiva quella che si apre per l’approvazione della riforma della sanità veneta in Consiglio regionale. Venerdì, dopo una mattinata in cui sono stati approvati sei articoli del Pdl 23 (che vanno ad aggiungersi ai tre licenziati in precedenza), il presidente dell’assemblea del Ferro Fini, Roberto Ciambetti, ha sospeso i lavori per dar modo all’opposizione di elaborare nel week end una proposta relativa alla parte “sociale” della nuova organizzazione socio-sanitaria definita dal progetto di legge che, oltre all’istituzione dell’Azienda Zero, prevede la riduzione delle Ulss. La conferenza dei capigruppo ha previsto sedute a partire dalla mattinata di martedì 2 agosto fino a venerdì prossimo, con prosecuzione eventuale sabato 6 agosto. Il clima degli ultimi giorni tra maggioranza e opposizione viene definito “di dialogo costruttivo” e, superato l’impasse di giovedì (quando l’irreperibilità dei tecnici regionali aveva causato la sospensione della seduta), ha permesso l’approvazione degli articoli dal 5 all’11. Il testo modificato
Il dibattito in Consiglio è arrivato alla settima settimana. Finora sono state attivate quindici sedute sull’argomento. Gli articoli votati per ora riguardano le funzioni dell’Azienda zero e le opposizioni rivendicano il merito di essere riuscite a modificare in senso migliorativo il Pdl 23.
Il consiglio regionale ora ha approvato una nuova versione del testo, modificato in molti articoli. L’articolo 1 per ora è stato accantonato, dall’articolo 12 in avanti invece saranno affrontate la riduzione delle Ulss e i servizi del territorio e il sociale.
“Abbiamo dimostrato di essere un’opposizione che non fa ostruzionismo ma lavora nell’interesse dei cittadini – ha commentato il consigliere Pd, Claudio Sinigaglia, dopo l’accelerata in aula -. Abbiamo destrutturato e ricostruito la natura dell’Azienda zero. Ora questo importante ente non si pone al di sopra delle altre aziende, facendo gli acquisti centralizzati, la formazione e i bandi, ma è invece al servizio delle altre aziende”.
“Siamo soddisfatti soprattutto per quanto riguarda l’articolo 10 che è stato radicalmente cambiato, definendo in maniera chiara le competenze dell’area sociosanitaria e per il 10 bis che ha rafforzato il potere ispettivo del Consiglio regionale, eliminando quella contraddizione rappresentata dall’ispettivo di Giunta e prevedendo anche un aumento del personale. È stato poi importante inserire la parte sanzionatoria per quelle strutture che non forniranno all’ispettivo la documentazione richiesta entro i termini previsti. Un altro risultato che siamo riusciti a portare a casa, dopo aver ottenuto lo stralcio dei project financing, è stata la rinuncia al commissariamento iniziale dell’Azienda Zero e l’attivazione della Tessera sanitaria elettronica per tutti i cittadini veneti entro un anno dall’applicazione della legge”.
“Non condividiamo la legge in toto, infatti ci siamo astenuti sulla maggior parte degli articoli – afferma il capogruppo del M5s Simone Scarabel – ma dove abbiamo trovato convergenza abbiamo sostenuto le proposte della maggioranza per rendere più vicina la sanità ai cittadini. Ci siamo battuti per levare la parola ‘project financing’ dalla legge e per il potenziamento del servizio ispettivo sull’Azienda Zero da parte del Consiglio regionali: li abbiamo ottenuti”.
Ma il confronto sul Pdl 23 è ancoro lontano dalla conclusione, visto che adesso si aprirà un altro fronte: “Dalla prossima settimana inizierà la partita sulla definizione del numero delle Ulss, sui servizi al territorio e sul sociale – spiega Sinigaglia – martedì presenteremo una prima serie di richieste alla maggioranza”.
«La riduzione delle Usl e la parte più critica della riforma – aggiunge – noi chiediamo a Zaia di scegliere se farne sette, quindi una per provincia, o quattordici, quindi due per provincia. Non possiamo accettare che vengano istituite Usl seguendo criteri diversi, il modello deve essere uguale per tutti».
La partita si annuncia complessa data la diversità di vedute tra le varie forze politiche e davanti all’anomalia della proposta della maggioranza regionale che prevede il passaggio da 21 a 9 Ulss, con le deroghe, non facilmente spiegabili, per Venezia e Vicenza, che avrebbero due Ulss a testa, mentre territori di maggiore complessità e con numero maggiore di abitanti, come Verona e Padova, verrebbero ad avere una sola mega Ulss.
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31 luglio 2016