Il Comitato economico e sociale europeo si oppone al finanziamento del 100% dei controlli ufficiali in ciascuno stato membro: si corre il rischio che le autorità competenti non diano priorità a una maggiore efficienza dei loro controlli. Nel parere sulla proposta di regolamento europeo che riforma i controlli ufficiali della legislazione sulla sicurezza alimentare e sulla sanità veterinaria, pubblicato in Gazzetta europea, il Cese sostiene in linea di massima la proposta in materia di controlli ufficiali presentata e valuta positivamente sia l’istituzione di un sistema comune di analisi sia la presenza di laboratori di riferimento in ciascuno degli Stati membri. Il Comitato considera però problematica l’imposizione di tariffe per i controlli fissate in forma discrezionale da ciascuno Stato membro, dal momento che la loro introduzione può realizzarsi in modo eterogeneo.
E appoggia quindi un’armonizzazione di tali tariffe per quanto riguarda i criteri e la metodologia della loro gestione ma non per quel che concerne il loro ammontare, che dovrà rispondere alle circostanze di ciascun paese.
Il Comitato si oppone quindi al finanziamento del 100 % dei controlli ufficiali in ciascuno Stato membro per l’unico tramite di tali tariffe, dal momento che si corre il rischio che le autorità competenti non diano priorità a una maggiore efficienza dei loro controlli.
Per quanto riguarda le esenzioni dal pagamento delle tariffe da parte delle microimprese, il Cesa mette in guardia contro il rischio di distorsioni del mercato, data la possibilità che vi siano differenze di applicazione di tali esenzioni a seconda degli Stati membri; tale rischio di distorsione si ridurrebbe con la fissazione nella proposta normativa, o nel suo ulteriore sviluppo, di criteri di riconoscimento per le esenzioni al pagamento che risultassero omogenei in tutta l’UE e che fossero più precisi e sufficientemente ampi da tener conto della realtà plurale del settore, nonché da prestare una attenzione speciale alle Pmi e alle microimprese.
D’altro lato, il parere considera necessario prevedere il riconoscimento dell’esistenza nelle imprese di controlli interni efficaci portati avanti da personale interno qualificato. Ciò può comportare una riduzione delle “tariffe pubbliche per i controlli” nelle imprese interessate, dal momento che si potrebbe ridurre in modo sostanziale in tali imprese il lavoro dei funzionari pubblici, i quali potranno così adempiere ai propri compiti di controllo nelle imprese sprovviste delle risorse umane sufficienti per procedere a controlli interni.
Il Comitato considera importante che, per il futuro sviluppo dell’applicazione della normativa, si tenga conto della mancanza di omogeneità nell’applicazione dei controlli nei diversi Stati membri, tenendo inoltre conto del fatto che la differenza di risorse umane ed economiche impegnate nei lavori di ispezione di ciascuno dei paesi può causare distorsioni nei controlli dei rispettivi mercati agricoli e del bestiame, con conseguenze negative per tutti.
Il Cese si è espresso anche sulla proposta di regolamento sulla gestione delle spese relative alla filiera. Il Comitato appoggia in via generale la proposta di progetto presentata in materia di gestione delle spese, volta a garantire un elevato livello di sicurezza degli alimenti e dei sistemi adibiti alla loro produzione, a migliorare la situazione della salute e del benessere degli animali, a individuare ed eradicare gli organismi nocivi e a garantire una realizzazione efficace dei controlli ufficiali. Il Comitato ritiene che la proposta di regolamento sia imprecisa circa molti aspetti della gestione delle spese, per cui risulta impossibile valutare se l’importo in questione sia sufficiente oppure no.
A cura Ufficio stampa Sivemp Veneto – 7 marzo 2014 – riproduzione riservata