“Assoluta determinazione a chiudere e firmare tutti i contratti in corso di negoziazione“. E’ questo il messaggio trasmesso dal sottosegretario di Stato, Angelo Rughetti, ai segretari generali di confederali incontrati a Palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione Pubblica. “Il Parlamento ha approvato la legge di bilancio a dicembre e al 5 febbraio abbiamo già firmato il contratto per le funzioni centrali e quello del comparto sicurezza”, ha aggiunto Rughetti. L’Aran, ha proseguito Rughetti, “sta lavorando costantemente per definire le intese negli altri comparti con l’obiettivo di dare a breve una giusta risposta a tutti i lavoratori ed a tutte le lavoratrici”.
“Sul comparto Sanità si sta lavorando insieme alle regioni per trovare soluzioni tecniche che consentano di andare avanti e mettere l’Aran in condizione di procedere. E possiamo dire che siamo vicini”.
“Sul comparto della conoscenza“, ha aggiunto a margine della riunione il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, “comparto come noto molto complesso al suo interno, il lavoro è a uno stato più avanzato. Cosiì come per gli enti locali, dopo il via libera all’atto integrativo, si può andare avanti con meno ostacoli. Anche per i lavoratori non contrattualizzati il lavoro procede: mercoledì abbiamo convocato le delegazioni rappresentative dei vigili del fuoco per cercare di arrivare alla firma in breve tempo”. “Abbiamo lavorato in questi anni – ha concluso Rughetti – per poter dare un contratto giusto a tutti i dipendenti pubblici. Prima con l’accordo del 30 novembre 2016, poi con l’approvazione di nuove disposizioni di legge e infine con gli stanziamenti finanziari necessari. E’ nostro interesse finire questo lavoro, bene e presto”.
Nel corso dell’incontro il governo ha assicurato che utilizzerà il suo ruolo nel rapporto con le Regioni in particolare per quel che riguarda il contratto della Sanità. Per la sanità come risaputo il nodo è quello delle risorse con un rimpallo di responsabilità tra governo e Regioni. Le Regioni dovrebbero corrispondere un aumento del 3,48%, mentre al momento a disposizione vi è solo l’01,47% che corrisponde a quell’aumento medio di 42 euro, dimezzato rispetto agli accordi iniziali della trattativa.
Sul tema è intervenuta anche la ministra Marianna Madia assicurando che ci sono le risorse per il rinnovo dei contratti della Pa. “Mi fa sorridere perchè il governatore del Veneto Luca Zaia faceva parte del partito che al governo ha bloccato i contratti pubblici. Noi, da quando siamo al governo, prima con Renzi poi con Gentiloni, abbiamo fatto tutto ciò che serviva per sbloccare i contratti, abbiamo cambiato la legge che non consentiva di sbloccare i contratti pubblici, nelle varie leggi di bilancio abbiamo accantonato le risorse che oggi consentono di rinnovare i contratti pubblici”. Così Madia ha risposto a chi le chiedeva un commento al presidente della regione Veneto, Luca Zaia, che in una lettera indirizzata al ministro ha chiesto di “favorire un procedere celere nella sottoscrizione dei contratti collettivi nazionali di lavoro”. Spiega la ministra: “Stiamo lavorando per fare bene questi contratti, ma rivendico che grazie a noi tutti i comparti, tutti i contratti di tutti i dipendenti pubblici, possono essere rinnovati perché ci sono le risorse e le condizioni normative”.
Nel corso della giornata di ieri si sono tenuti presidi in tutti i territori davanti alle sedi delle Regioni mentre a Roma si è tenuto un sit-in nei pressi di Palazzo Vidoni, sede del ministero della Pubblica amministrazione. Molte aperture e appelli da parte dei governatori per una celere sottoscrizione dei contratti con lettere al ministro Madia, a partire da Luca Zaia (Veneto), per proseguire con Stefano Bonaccini (Emilia Romagna), Catiuscia Marini (Marche), Deborah Serracchiani (Friuli Venezia Giulia), Vincenzo De Luca (Campania). Incontri con in sindacati si sono tenuti anche in Regione Liguria, Lombardia, Calabria, Toscana, eccetera.
6 febbraio 2018 (Redazione Sivemp Veneto)