Niente riparto e neppure un’ombra di discussione sui reparti che fanno poche prestazioni, come previsto. Il dibattito in V. commissione è stato monopolizzato da una questione specifica, sollevata dai consiglieri Carlo Alberto Tesserin e Mauro Mainardi: dare o meno un milione di euro alla struttura convenzionata di Porto Viro, o stralciare il finanziamento.
Maggioranza spaccata, e non poco, anche se alla fine i finanziamenti passano con il voto contrario di Idv e Verso Nord e l’astensione di Pd e Udc. Oggetto del contendere il fatto che il finanziamento di 1 milione di euro destinato alla struttura, sia di fatto vincolato alla funzione (e quindi anticiperebbe quelle che sono le schede). Dopo un confronto serrato e la mediazione del presidente Leonardo Padrin, è arrivata la soluzione: viene stralciato Porto Viro (Rovigo), finanziamento accantonato, e in tema di schede, se la politica deciderà di cambiare “vocazione” alla struttura, i soldi saranno destinati per aiutarlo nella riconversione. Certo, che l’accesa discussione ha allontanato ancora di più l’approvazione del riparto. E, visto che entro la fine del mese la V. commissione si troverà sul tavolo anche le schede ospedaliere, si rischia davvero una congestione. La delibera poneva sul piatto, in aggiunta al fondo sanitario, un finanziamento per sostenere le strutture ospedaliere private accreditate che forniscono prestazioni specialistiche di rilevanza “provinciale e sovraprovinciale”. Alla fine i fondi andranno a l’Ircss San Camillo del Lido di Venezia (riabilitazione patologie neurologiche) 500 mila euro; la Casa di Cura di Abano Terme (polispecialistica termale per le attività di parto analgesia) 1.500.000,00 mila euro; Ospedale Villa Santa Giuliana di Toreselle (Verona) (riferimento regionale per le attività di terapia psichiatrica per pazienti adolescenti) 500 mila euro; Clinica Pederzoli di Peschiera del Garda, 1,5 milioni di euro. La fetta più grossa del finanziamento spetta all’ospedale “Sacro Cuore-Don Calabria” di Negrar in provincia di Verona che riceve 2,5 milioni di euro per il Centro delle malattie tropicali e 2 milioni per la radioterapia. Ma buona parte del tempo la V. commissione l’ha utilizzato per ascoltare le relazioni dei direttori sanitari dell’Asl di Venezia Salvatore Barra e dell’azienda ospedaliera di Padova Giampiero Rupolo che hanno illustrato la ricostruzione, praticamente ora per ora, dei fatti e dei rapporti intercorsi in quei giorni tra le due strutture sanitarie, in merito al trapianto del cittadino romeno. Secondo quanto espresso dalla V. Commissione “emerge con chiarezza è l’assoluta assenza di qualsiasi motivazione di tipo razzista nella mancata accoglienza al centro padovano del paziente”. All’audizione era presente anche il professor Gino Gerosa, primario della cardiochirurgia padovana del “Centro Gallucci” che ha sottolineato come «Le illazioni che parlavano di rifiuto del malato “perché romeno” siano infondate. Il quesito di fondo da chiarire, soprattutto sulla base della tempistica, è perché il paziente sia stato inviato altrove senza attendere che la disponibilità, peraltro dichiarata, del Centro di Padova potesse essere formalizzata. «Nei prossimi giorni potremo chiarire meglio quanto avvenuto, capire i motivi per i quali gli avvenimenti sono precipitati e si è preferita una struttura friulana anziché veneta», sottolinea Padrin.
Gazzettino – 7 settembre 2012