di Filippo Tosatto, dal Mattino di Padova. Usciti dalla porta (della sanità) e rientrati dalla finestra. L’avvio della riforma commissariale delle Ulss venete, destinate all’accorpamento con riduzione dalle attuali 21 alle probabili 9, ha imposto il benservito ad una discreta schiera di direttori generali, inclusi manager di provata capacità il cui lavoro pluriennale ha favorito il conseguimento degli obiettivi prefissati. Cosi , in sede di nomine, il governatore Luca Zaia aveva ringraziato gli uscenti non confermati, assicurando che il rapporto con la sanità regionale sarebbe continuato e invitando i nuovi dg-commissari a compiere «scelte inclusive». In che modo? Recuperando i veterani più meritevoli nelle “terne” (direttore sanitario, amministrativo e ai servizi sociali) previste in ciascuno dei 21 bacini sanitari. Detto e (quasi) fatto: le trattative a distanza tra direttori generali sono ancora in corso ma è già sicuro il rispescaggio di una serie di figure già protagoniste della sanità nostrana.
Parliamo di Gian Antonio Dei Tos, che ha retto per cinque anni l’Ulss 7 Pieve di Soligo con esiti apprezzabili sul versante della qualità dei servizi e dell’equilibrio finanziario: ora sembra destinato a Belluno; di Bortolo Simoni che si è ben disimpegnato all’Ulss 8 Asolo e prima ancora alle 2 di Feltre; di Daniela Carraro, manager preparata e laboriosa, che ha guidato sia l’Ulss 4 Alto Vicentino che la 21 di Legnago, cimentandosi con problemi amministrativi e gestionali non banali; ancora: il feltrino Pietro Paolo Faronato, reduce da un quinquennio alla 1 di Belluno caratterizzato dalla salvaguardia dei servizi e dal contenimento dei costi pur in contesto complicato qual è la sanità montana; e Giuseppe Cenci, che fino a ieri ha retto la 5 Ovest Vicentino, unità “disciolta” nella nascente maxi azienda provinciale. Non saranno i soli a fare capolino: è assai probabile l’«inclusione» di altri esclusi dalle nomine zaiane del 30 dicembre. In Veneto i compensi ai manager sanitari sono nettamente inferiori rispetto alla media nazionale e gli aspiranti alle poltrone iniziano a scarseggiare.
Il Mattino di Padova – 15 gennaio 2016