Anche l’Antitrust è critico: le norme sulle concessioni autostradali hanno aspetti anti-concorrenziali che vanno corretti. Sblocca-Italia sotto accusa: le deroghe alla normativa ordinaria introdotte dal decreto per accelerare la realizzazione delle infrastrutture e sostenere l’edilizia privata possono aprire la porta alla corruzione, ledere la concorrenza e favorire la cementificazione del Paese.
Dalle audizioni in commissione Ambiente, ieri alla Camera, emergono dubbi e obiezioni da parte di molti dei soggetti istituzionali intervenuti. A cominciare dalla Banca d’Italia: Fabrizio Balassone, vice capo del servizio di struttura economica, ricorda «i rischi in termini di ripercussioni negative su tempi e costi nella fase di esecuzione delle opere, nonché di vulnerabilità alla corruzione». Da considerare anche che non sempre i decreti attuativi arrivano in tempo utile, aggiunge Balassone: «L’instabilità del quadro regolatorio è inoltre fonte di incertezza per gli operatori. Andrà garantita la massima trasparenza», conclude.
Dello stesso parere Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, che fa notare come dalle nuove norme sui project bond possano emergere «rischi sul piano della normativa anticiriclaggio». Ancora, si apre un probabile conflitto d’interessi per il ruolo attribuito all’amministratore delegato delle Ferrovie, che è anche commissario per la realizzazione delle linee ad alta velocità sulla Napoli-Bari e sulla Palermo-Catania-Messina e che ha la possibilità di dire l’ultima parola sulle autorizzazioni ambientali. Poco chiara, infine, a giudizio dell’Anac, anche la norma sulle concessioni autostradali: «Non si comprende come funziona tecnicamente» e di conseguenza «così si prorogano ulteriormente le concessioni». Con conseguente lesione del diritto alla concorrenza, rileva Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust: anche a suo giudizio le misure delineano «un meccanismo di proroga implicita delle concessioni ». E non solo, non appaiono «di agevole comprensione». Tutto questo solleva «aspetti delicati in una prospettiva concorrenziale ». Per quanto riguarda le infrastrutture energetiche Pitruzzella mette in guardia contro il rischio che non venga valutato sufficientemente il profilo ambientale: «Bisogna essere molto cauti e rispettosi delle migliori regole e procedure». Mentre altre norme dello Sblocca-Italia negli ultimi giorni sono state criticate perché una eccessiva semplificazione espone il territorio a forte rischio cementificazione.
Tra le varie obiezioni, quella più consistente riguarda il rischio corruzione, osserva al termine delle audizioni il presidente della commissione Ambiente Ermete Realacci: le semplificazioni, dice, andranno accompagnate da «un adeguato sistema di contrappesi », a partire da «un appropriato sistema di controlli, capace di garantire davvero trasparenza, concorrenza e pieno rispetto della legalità».
Repubblica – 1 ottobre 2014