«Colpa di chi ha firmato il piano di ripopolamento, una decisione politica attuata da tecnici». Per la morte dell’anziano ucciso dai cinghiali a Cefalù, Carla Rocchi, presidente dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ed ex parlamentare, individua precise responsabilità. «Il problema certo c’è — aggiunge —. Ma è colpa di quei delinquenti dei nostri amministratori che fanno aumentare e incrociare gli animali per darli ai cacciatori, che votano».
E come si risolve?
«Bloccando tutti i ripopolamenti, che si fanno con i soldi pubblici, individuando le zone ad alta densità, e poi con le sterilizzazioni. Insomma riducendo le nascite. Chiunque va in giro nei boschi sa che i cinghiali non sono aggressivi, lo diventano se minacciati, forse in questo caso c’erano dei cuccioli. Nel 2013-2014 sono morte 25 persone “sparate” dai cacciatori, dal 2007 ci sono stati 807 tra morti e feriti. Lasciamolo un francobollo di territorio a questi poveri animali».
Però attaccano i campi. Sono anni che gli agricoltori si lamentano.
«I coltivatori prendono i soldi per i danni. C’è un business e non c’è un filo di umanità in chi dice “allunghiamo i periodi di caccia”. Come si può covare uno spirito così sanguinario?».
Bisognerà anche contarli? Ha una stima di quanti cinghiali ci sono? Qualcuno dice un milione.
«È un’operazione inutile e non ci sono soldi per fare censimenti. Si tratta di capire invece quali sono le zone. I nostri cinghiali erano piccoli e pacifici, ora sono cinghialoni perché incrociati con razze straniere per far contenti i cacciatori. E i politici vanno all’incasso di voti ».
Melania Di Giacomo – Il Corriere della Sera – 10 agosto 2015