Silvia Madiotto, Il Corriere del Veneto. Oggi all’ospedale di Montebelluna arriveranno gli ispettori del ministero della Salute per capire quali siano le reali condizioni di una struttura in forte sofferenza durante la seconda ondata di emergenza Covid. Il numero dei ricoveri è nero su bianco sui quotidiani bollettini dell’Usl 2: ieri c’erano 92 pazienti in area non critica, 4 in terapia intensiva. Ma è il numero dei decessi che in queste settimane sta diventando un caso, e cioè per il notevole afflusso di salme all’obitorio che risulta saturo. La direzione ha dovuto chiedere il supporto di un vicino cimitero per allocare 12 bare in attesa di funerale perché non c’era più spazio per accoglierle.
Pochi giorni fa il dg Francesco Benazzi e i primari della struttura ne hanno spiegato il motivo durante una lunga diretta sui canali social dell’azienda: in alcuni casi sono state le famiglie a chiedere all’ospedale di ospitare i feretri per un periodo più lungo, per consentire ai parenti di partecipare al funerale essendo gli stessi parenti in quarantena per contagio da Covid. Da fine novembre, quando il numero dei decessi da coronavirus è aumentato in modo notevole nella Marca, le vittime dell’infezione si sono sommate a quelle per altre patologie, ci sono state anche delle festività che hanno ritardato il lavoro delle agenzie funebri.
L’Usl 2, in base a una convenzione con Comuni e case di riposo, riceve anche i decessi di strutture esterne. Inoltre, l’ospedale di Montebelluna è l’unico che, nell’ex distretto 8, accoglie i malati (e quindi le vittime) Covid: l’ospedale di Castelfranco infatti è rimasto Covid free, perché la struttura ospita anche lo Iov e i pazienti oncologici che vanno preservati dall’infezione. Questo, secondo i dirigenti, spiega come mai l’obitorio sia più pieno di quanto non sarebbe normalmente in questo periodo.
Alcuni medici del presidio montebellunese si sono stupiti dell’ispezione ministeriale, e gira la convinzione che si tratti di un’azione di ambito non solo sanitario, ma anche in parte politico: nei giorni scorsi diversi esponenti del centrosinistra trevigiano si sono espressi con toni preoccupati e accusatori nei confronti della gestione dell’ospedale. Non è escluso che le loro posizioni possano essere arrivate al ministro Speranza e allo staff. Altra cosa che stupisce è che l’ispezione arrivi solamente a Montebelluna e non in altri territori ugualmente sotto stress a causa del virus.
Oggi quindi sono attesi gli ispettori: l’ospedale ha garantito la massima trasparenza nell’illustrare procedure, tempi e modi della gestione dell’epidemia e delle salme.
La Marca risulta ancora la provincia del Veneto con il maggior numero di contagi da inizio epidemia: sono 39.300 e quindi entro domani, se il trend dell’ultimo mese proseguirà, si toccherà quota 40 mila casi di Covid. Attualmente risultano positivi 16.773 trevigiani, 844 dei quali sono emersi dal bollettino delle ultime 24 ore. I decessi nella Marca sono stati 736, con nove vittime in più nella giornata di ieri. Sono 447 i pazienti ricoverati in area non critica nell’Usl 2, 42 richiedono le cure della terapia intensiva, 48 sono in ospedale di comunità: sono 537 i posti letto trevigiani occupati da malati Covid.