I veterinari pubblici in Veneto sono troppo pochi rispetto alla mole di attività da svolgere. Le conclusioni dell’audit del ministero della Salute pubblicate nei giorni scorsi hanno indotto la deputata padovana del Pd Gessica Rostellato a cercare di vederci chiaro. L’audit di sistema sulla prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria in Veneto, effettuato il 12 e 13 novembre scorsi, ha rilevato pesanti criticità organizzative e una penalizzazione dei servizi veterinari delle Ulss. Rostellato, con un’interrogazione al ministro della Salute, chiede di conoscere “quale sia il numero del personale veterinario dipendente pubblico o convenzionato distribuito per singola regione al fine di poter valutare effettivamente il fabbisogno di veterinari nella regione Veneto e di effettuare un confronto con le altre realtà regionali”. Rostellato rimarca come il Ministero abbia riscontrato inadeguatezza numerica del personale a livello locale, un’articolazione organizzativa regionale non coerente, inadeguatezza numerica del personale della Struttura regionale.
Oltre che un’inadeguatezza delle risorse strumentali per l’effettuazione dei controlli ufficiali a livello locale e regionale. Il report sottolinea inoltre una penalizzazione nei Dipartimenti di prevenzione delle Ulss del numero di strutture complesse previste per le quattro articolazioni organizzative dell’area di Sanità veterinaria e sicurezza alimentare (i tre servizi veterinari e il Sian), in difformità a quanto stabilite dall’articolo 7 quater del DLgs 502/92.
Rostellato fa presenti le inadempienze rilevate dall’audit ministeriale alla regione Veneto rispetto agli standard di funzionamento previsti dalle linee guida contenute dall’accordo siglato il 7 febbraio 2013, concernente il funzionamento e il miglioramento dell’attività di controllo ufficiale da parte del Ministero della salute, delle regioni e delle Asl in materia di sicurezza degli alimenti e sanità pubblica veterinaria.
“Ho sollecitato il ministero – incalza la deputata Pd – per monitorare la situazione e garantire che la Regione Veneto si dia da fare per sanare le carenze. È inaccettabile lo stallo della Regione davanti alle criticità risultanti dall’audit”.
Auspicio cui si unisce il Sindacato italiano dei veterinari di medicina pubblica del Veneto che da lungo tempo denuncia, con forza, le criticità della sanità veterinaria in Veneto: dall’esiguità degli organici dei servizi veterinari delle Ulss rispetto ai compiti d’istituto – e il loro progressivo depotenziamento – fino alla sottrazione di competenze di legge alla struttura regionale. In Veneto attualmente sono in servizio circa 340 veterinari dipendenti delle Ulss, dato estremamente ridotto a fronte della mole di attività cui sono chiamati i servizi veterinari veneti, ma addirittura esiguo se confrontato ai 600 veterinari in servizio in Lombardia o ai 500 in Emilia Romagna. Regioni, entrambe, con patrimonio zootecnico e agroalimentare paragonabile al nostro.
Da anni il Sivemp cerca un confronto su questi temi con la Regione. Inutilmente: i vertici della sanità regionale sono sempre stati sordi a ogni tentativo di risolvere i nodi che oggi lo stesso Ministero sottolinea con preoccupazione.
IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-12468presentato da Gessica ROSTELLATO Giovedì 10 marzo 2016, seduta n. 587
ROSTELLATO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
tra il 12 e il 13 novembre 2015, il gruppo di audit del Ministero della salute, si è recato presso gli uffici della regione Veneto per svolgere un «audit di sistema» sul sistema regionale di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria (SPVeSA), ed in particolare sui criteri operativi previsti dal regolamento 882/04, concernente l’organizzazione del controllo ufficiale in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria, nonché il grado di utilizzo degli strumenti di governo del sistema sanitario nazionale (programmazione, management della dirigenza sanitaria, e altro) nel medesimo ambito, previsti dalle norme quadro di riferimento: legge 833 del 1978 e decreto legislativo 502 del 1992 e successive modificazioni;
lo scopo dell’audit è stato quello di verificare le criticità di settore tenendo conto anche delle altre misure adottate a sostegno del sistema di gestione del servizio sanitario regionale quali, ad esempio, piani di azione conseguenti dagli uffici del Ministero, progressi nell’attuazione dell’accordo Stato-regioni del 7 febbraio 2013 relativo al funzionamento e miglioramento delle AC, risultanze dell’attuazione degli eventuali programmi operativi 2013-2015, per la parte di competenza alimentare e veterinaria, qualora applicabile, ed eventuali variazioni nell’organizzazione ed eventuali modifiche degli assetti regionali e territoriali;
dal report pubblicato da Ministero della salute – Direzione Generale Per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione emerge quanto segue:
a) inadeguatezza numerica del personale a livello locale; b) carenze nella definizione di compiti, obiettivi e responsabilità del personale della struttura regionale competente in SPVeSA o tra Autorità; c) inadeguatezza delle risorse strumentali per l’effettuazione dei controlli ufficiali a locale e a livello regionale; d) mancata predisposizione di procedure per la gestione dei conflitti di interesse; e) carenze relative alle anagrafi per il controllo ufficiale, alla registrazione e riconoscimento degli stabilimenti e all’aggiornamento delle anagrafi animali; f) carente disponibilità o aggiornamento o alimentazione o disallineamento o non completo utilizzo dei sistemi informativi per la raccolta e rendicontazione dei dati relativi ai controlli ufficiali; g) carenze nel coordinamento e cooperazione tra autorità competente regionale e altri enti o e tra servizi della medesima ASL che eseguono il controllo ufficiale; h) carenze nella categorizzazione degli stabilimenti in base al rischio; i) carenze nella programmazione dei controlli, nella definizione delle frequenze dei controlli ufficiali e/o nella programmazione dei controlli basata sul rischio; j) carenze nella emanazione, aggiornamento e/o completezza e coerenza delle procedure documentate per effettuare alcuni controlli specifici; k) carenze nella esecuzione dei controlli ufficiali in alcuni ambiti specifici e nella loro efficacia ed appropriatezza; l) carente effettuazione di audit su OSA; m) carenze nella gestione delle non conformità da parte degli operatori del controllo ufficiale; n) carenze nella verifica dell’efficacia dei controlli ufficiali a livello regionale ed aziendale; o) assenza di attività di audit in alcuni settori specifici della regione sulle o nella predisposizione dei piani d’azione da parte delle ASL alla luce dei risultati degli audit; p) necessità di rafforzare la formazione mirata;
si apprende dal report che alcune delle suddette carenze o criticità sono in parte risolte, o in avanzamento del processo di soluzione, mentre per altre non vi è ancora stato effettuato uno studio o verifica;
fanno parte di quest’ultima categoria la carenza dovuta all’inadeguatezza numerica del personale a livello locale e l’inadeguatezza delle risorse strumentali per l’effettuazione dei controlli ufficiali a locale e a livello regionale;
va tenuto conto degli standard di funzionamento previsti dalle linee guida contenute dall’accordo siglato il 7 febbraio 2013 concernente il funzionamento ed il miglioramento dell’attività di controllo ufficiale da parte del Ministero della salute, delle regioni e province autonome e delle asl in materia di sicurezza degli alimenti e sanità pubblica veterinaria e delle inadempienze rilevate alla regione Veneto?–:
quale sia, dai dati in possesso del Ministro interrogato?il numero del personale veterinario dipendente pubblico o convenzionato distribuito per singola regione al fine di poter valutare effettivamente il fabbisogno di veterinari nella regione Veneto e di effettuare un confronto con le altre realtà regionali.
24 marzo 2016 (ufficio stampa Sivemp Veneto)