II pubblico ministero Fabrizio Suriano ha introdotto l’aggravante ad alcuni dei reati di falso contestati, che dovrebbe salvare questa ipotesi di reato dalla prescrizione che per il resto incombe pesantemente sul processo. I fatti contestati risalgono infatti al 2006. Tutto ruota attorno ai trattamenti a base di ormoni e sostanze vietate a cui sarebbero stati sottoposti bovini da carne in allevamenti della Bassa Padovana, del Basso Polesine e del Ferrarese.
Quando i carabinieri tirarono le fila dell’indagine, furono migliaia gli esemplari sequestrati in quella che di fatto è a tutt’oggi la maggiore operazione a livello nazionale mai condotta su questo versante. Il processo per quei fatti è cominciato solamente ieri, a quasi nove anni di distanza dai fatti al centro del procedimento. Nel corso degli anni il numero di imputati, tra stralci e riti alternativi, si è via via ridotto, tanto che ieri si trovavano all’esame dei giudici del Collegio solamente sei posizioni, tra veterinari all’epoca in servizio all’Ulss 19 di Adria e del Basso Polesine, conduttori di aziende agricole, allevatori e figure operanti nel mondo della compravendita di bovini. Secondo l’accusa, scopo dei trattamenti proibiti era massimizzare la quantità di carne che era possibile ricavare da ogni singolo capo. Ieri sono stati sentiti i primi testimoni, quindi l’udienza è stata aggiornata al prossimo passaggio in aula. I tempi della decisione non si annunciano brevi.
Il Gazzettino di Rovigo – 18 luglio 2015