Accolto il ricorso di una dipendente di banca che era stata seguita da un investigatore privato. Prendere un caffè al bar sotto casa anche se, formalmente, si è assenti dal lavoro per malattia? Non è tanto grave, almeno secondo i giudici della Corte di Cassazione. Sicuramente, non abbastanza per potere dare il via libera a un licenziamento per giusta causa.
Questa la decisione presa dai magistrati della Suprema Corte che hanno ribaltato la pronuncia di primo grado del giudice del Lavoro rodigino Silvia Ferrari, che aveva invece ritenuto fondato e motivato il provvedimento dellaBanca Adige Po di Lusia, che, a inizio anno, è stata incorporata da Bancadria.
La vicenda inizia nel 2010, quando, nei confronti della dipendente A. B. scatta la procedura di licenziamento per giusta causa. I vertici dell’istituto di credito polesano sostengono che alle 9 del mattino la dipendente si trovava in un bar sotto la sua abitazione a prendere un caffé, nonostante risultasse in malattia. Una circostanza che i datori di lavoro dell’impiegata erano stati in grado di documentare con precisione, avendo dato incarico a un investigatore privato di Rovigo di occuparsi della dipendente e di monitorare eventuali suoi spostamenti.
Il licenziamento era stato impugnato e si era quindi finiti di fronte al giudice del tribunale del Lavoro di Rovigo. Che aveva ritenuto il passo della banca fondato, in punto di diritto, non accogliendo il ricorso contro il licenziamento.
La questione, da parte dei legali di A. B., è stata però riproposta di fronte ai giudici della Cassazione, sezione Lavoro, che hanno eseguito una ricostruzione dei fatti diametralmente opposta. Non ritenendo che quel caffé potesse motivare una procedura di licenziamento per giusta causa. Una pronuncia che per la banca ora si traduce nell’obbligo di versare un risarcimento alla dipendente che, su indicazione del capo del personale, era stata licenziata; ma anche quello di pagarle, avvenuto il reintegro, tre anni di retribuzioni che la donna non aveva potuto incassare.
Il Gazzettino – 8 agosto 2013