Una 38enne romena, residente a San Martino di Venezze, è ricoverata in isolamento nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Rovigo per una tubercolosi che ha provocato una meningite. Due patologie il cui nome desta subito allarme, ma in questo caso non sembra esservi rischio di contagio.
La meningite, infatti, non è dovuta a un’infezione da meningococco, ma è una complicazione derivata dalla Tbc, che, a sua volta, è stata giudicata dalle equipe dell’Ulss 18 che si occupano di emergenze infettivologiche, di igiene e sanità pubblica, tale da non rendere necessaria una terapia preventiva nemmeno nel nucleo familiare della paziente, che convive con un italiano e che lavora come badante accudendo l’anziana suocera. «Regole precise – spiega il direttore generale Antonio Compostella – prevedono protocolli di prevenzione sulla base di alcuni parametri: specie se il soggetto malato è in età scolare o lavora in particolari ambienti. La trasmissione avviene per via orale, attraverso le cosiddette «goccioline di Fugge». In questo caso, attentamente valutato, non sono stati riscontrati profili di rischio tali da far scattare le procedure di profilassi». Tutto sotto controllo, insomma, anche se le condizioni della 38enne, che potrebbe aver contratto da tempo e altrove la Tbc, non sono affatto rassicuranti visto che la meningite, seppur curata, potrebbe lasciare gravi conseguenze a livello cerebrale. Ricoverata in neurologia il 29 febbraio con i sintomi di meningite acuta, il giorno dopo è stata trasferita in malattie infettive perché è stato verificato che si trattava di meningite tubercolare. Spiega l’Ulss in una nota, «non ci sono dubbi sulla gravita del ricovero, che è avvenuto per motivi di urgenza, ma tutti gli staff ospedalieri interessati hanno curato e stanno curando con professionalità e con rara abnegazione la paziente che comunque non corre pericolo di vita e le cui condizioni migliorano di giorno in giorno». Nel 2013 in Veneto i casi di Tbc registrati sono stati 325 (di cui 121 italiani).
Francesco Campi – Il Gazzettino di Rovigo – 15 marzo 2016