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Rovigo. Ospedale, medici in affitto per l’estate. Contratti con aziende sanitarie private per mantenimento dei servizi. Noce (Ordine): troppo tempo senza concorsi. Bartelle (M5s): basta sanità balneare

Marina Lucchin. Nell’Azienda sanitaria di Rovigo mancano i medici nei reparti d’emergenza, sia nell’ospedale del capoluogo che di Trecenta. Così il direttore generale Antonio Compostella ha firmato prima un decreto per l’affidamento urgente a una ditta di servizi di assistenza medica fino a fine settembre per sopperire alla mancanza di medici del Suem, Pronto soccorso e Rianimazione all’Ulss 18, e ora anche per il reparto di Ostetricia e Ginecologia.

Si tratta dei reparti in cui non è possibile rimandare appuntamenti o attendere più tempo per una visita: quando un bambino deve nascere o se un paziente ha bisogno di un intervento d’urgenza, non c’è modo di ritardare l’evento e l’azienda ha l’obbligo di mantenere i servizi essenziali. Ecco dunque che bisogna correre ai ripari in vista dell’estate, per consentire ai medici in servizio di usufruire delle ferie, senza contare, poi, l’obbligo di applicare il «turno europeo» che impone il rispetto delle 11 ore di riposo e delle 48 ore settimanali.

La decisione di affidarsi a ditte private di «service» che forniscono medici «al bisogno» per coprire i buchi di personale è una prassi che lascia però perplesso il presidente dell’Ordine dei medici di Rovigo, Francesco Noce: «Secondo me non è corretto trattare la professione medica come un bene o un servizio qualunque. Si tratta di professionisti. Abbiamo sempre respinto la concezione che fare il medico voglia dire trarre profitto».

Per questo motivo Noce ha chiesto un incontro a Compostella: «II direttore generale mi ha rassicurato, promettendomi che questa prassi varrà solo per il periodo estivo e che sta provvedendo a risolvere la situazione con concorsi pubblici per assumere il personale medico mancante».

Il vero problema, conclude il presidente «è che non si sono fatti concorsi per tanto tempo e così siamo rimasti senza medici in corsia. E una situazione che non può più andare avanti. Spero che Compostella mantenga la promessa, altrimenti come Ordine andremo in Regione perché acconsenta a dare il via libera ai concorsi per l’assunzione di medici».

Nel frattempo l’Ulss 18 deve tamponare l’emergenza. E non è la prima volta che succede. Di recente, per coprire il periodo 17 aprile – 16 maggio, l’azienda sanitaria del capoluogo polesano ha acquisito un servizio di continuità assistenziale medica per un totale di 50 turni di 12 ore per «sopperire – come si legge nel decreto di Compostella – a una cogente situazione di carenza di figure professionali qualificate presso le unità di Pronto soccorso e Centrale operativa 118 che ne impediva il normale funzio- namento e la continuità assistenziale». I vertici dell’azienda hanno richiesto di attivare un Servizio di assistenza medica a sostegno di Suem, Pronto Soccorso e Rianimazione anche dal 17 maggio al 30 settembre. Ora è stato affidato, con urgenza, un servizio per 20 turni da 12 ore, nell’unità complessa di Ostetricia e ginecologia, a una cooperativa sociale di Bologna. (Il Gazzettino)

Bartelle (M5S): basta con la sanità balneare

“Il decreto urgente firmato dal direttore generale Compostella che affida a un’azienda esterna la copertura di reparti strategici come Suem, Pronto soccorso e Rianimazione fino a fine settembre – rileva – tocca anche di Ostetricia e Ginecologia dove i camici a termine reteranno in servizio fino a fine mese. Si tratta di una cosa inaccettabile: siamo di fronte a quella che non esito a definire sanità in infradito, un conto sono i servizi di emergenza come il Pronto soccorso che in estate deve fronteggiare un numero di chiamate se possibile più alto, un altro il reparto di neonatalità”.

In linea con quanto dichiarato anche dal presidente dell’Ordine dei medici di Rovigo Francesco Noce che parla non a caso di “corsa al ribasso”, la Bartelle si concede un’altra stoccata: “Leggo che di sera l’assenza di anestesisti in sala parto a Rovigo e Trecenta non permette epidurali di notte nei due ospedali, siamo davvero al paradosso, altro che terzo millennio, questo è terzo mondo…”.

14 giugno 2016 

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